Letta, con il suo arrivo alla guida del PD, ha dato il colpo di grazia alla sinistra. Enrico Letta è il nuovo Segretario del Partito Democratico, che qualcuno ancora definisce di sinistra, ma che di sinistra ha ben poco, anzi nulla, se per sinistra si intende la difesa delle classi proletarie e dei lavoratori e non il falso perbenismo e giustizialismo, che spesso è proprio di quell’atteggiamento borghese e perbenista, che oggi non incanta più nessuno.
Ma già prima che arrivasse Letta il PD era il partito dei borghesi, di quella sinistra definita radical chic, pseudo ambientalista e sedicente difenditrice della dignità umana, nonché dei valori umani, che si diceva affondasse le proprie radici nel Partito Comunista, rappresentato da uomini come Enrico Berlinguer.
In realtà, appare molto evidente che il Partito Democratico si adornava di una veste non sua, giacché utilizzava i valori del suo passato politico per dimostrare di essere un partito vicino alle classi meno abbienti. Niente di più falso. Anzi!
“La classe operaia va in Paradiso”, era il titolo di un film che ben definisce l’anima borghese di tale sedicente sinistra, che cerca solo il proprio benessere nel fingere di difendere i diritti di quella che ancora possiamo definire “la classe operaia”, ossia coloro che sono meno abbienti, in quanto i loro diritti non sono tutelati, anzi strumentalizzati per fini personali. Ed è per tale ragione che i meno abbienti vivono il disagio sociale, fanno fatica a vivere il proprio diritto di cittadinanza all’interno di una società che potrebbe dar loro tutela e il benessere necessario per vivere una vita dignitosa.
La cosiddetta sinistra si è, per caso, imborghesita? La risposta è nei fatti, che ci circondano e ci parlano della realtà. Allora è bene rispondere: “Si, la sinistra si è imborghesita e, pertanto, non esiste più”.
Si può constatare, difatti, che, da alcuni decenni, non sono stati indetti scioperi di rilievo da parte dei Sindacati di sinistra.
In tanti dicono: “Sono di sinistra”. Occorre chiedere loro cosa significa tale affermazione.
Parrebbe che essi intendano dire: “Non sono di destra”.
Ma che cos’è la destra se la sinistra, in realtà, non esiste?
La storia ci insegna che tutto viene superato dal processo della storia stessa, secondo un principio di miglioramento del preesistente.
Non dobbiamo temere che la cosiddetta “sinistra” abbia spento le sue luci. Perchè?
Perchè tutto ciò che di buono ed umano ha dato all’essere umano è stato un bene, che certo, ha lasciato la sua traccia indelebile ed una scia su cui ci si può incamminare, certi di andare verso nuove mete migliorative rispetto al passato.
Occorre, tuttavia, sottolineare che i principi che la sinistra riteneva essere suoi, di sua esclusiva proprietà, in realtà, sono principi universali ed immortali ed, in quanto tali, destinati a sopravvivere a qualsiasi intemperie, a qualsiasi cambiamento, a qualsiasi tradimento, che l’animo umano spesso pone in essere, tradendo addirittura la propria identità e destinati a sopravvivere a qualsiasi catastrofe umanitaria.
I principi universali ed immortali, tra i quali vi è il rispetto della dignità umana, la centralità del valore dell’essere umano, la sacralità dei diritti e dei doveri, il valore della vita, il valore della cultura, della formazione della coscienza umana ad accogliere il bene e a praticarlo, sono eterni e vivono in ogni contesto della vita umana, seppur minacciato dall’odio, dal nichilismo, dalla barbarie, dalla catastrofe sanitaria, che sembra voler far morire l’essere umano ed i suoi valori.
Ed ecco, oggi e qui, riemergere, più forte di prima, al di là dell’etichetta, ossia “sinistra”, “destra”, “centro”, e chi più ne ha, più ne metta, l’anelito alla giustizia sociale, alla parità nelle sue più splendide espressioni, tra le quali quella femminile, all’accoglienza, alla solidarietà, alla cooperazione, alla condivisione dei beni, a livello universale, perché tutti ad essi possano accedere e di essi nutrirsi e sopravvivere.
Letta, con il suo arrivo alla guida del PD, ha dato il colpo di grazia alla sinistra. Con realismo e senso di responsabilità ha staccato definitivamente la spina dal passato, che rimaneva un tenue e sentimentale ricordo, attestando di essere finalmente un partito liberal democratico, senza più alcun nascondimento. E bisogna ringraziare Letta che finalmente ha messo le cose in chiaro a differenza dei suoi predecessori, che ancora mantenevano, solo a parole, quell’antico legame con un passato glorioso.
In realtà, già con Matteo Renzi si era evidenziata la volontà di trasformazione, poi non avvenuta del tutto, perché i tempi non erano ancora maturi.
Assistiamo, non senza perplessità,
che il Partito Democratico con Letta e il partito di Berlusconi, ora si assomigliano molto di più e sempre più si ha l impressione che, per molti progetti, vanno a braccetto, anche se devono fingere di essere cane e gatto. Che fantastico scenario!
Bisogna prendere atto del fatto che un partito che difenda il popolo non esiste più, o forse, deve essere ricostruito, certo non utilizzando l’appellativo “sinistra”, ma l’appellativo “popolare” e “solidale”.
Difendere le istanze del popolo, della classi meno abbienti, i diritti degli ultimi contro ogni forma di discriminazione, è un’esigenza non solo politica, ma morale, che tocca il piano dei sentimenti umani, ed è prerogativa delle persone oneste e solidali, che hanno a cuore la giustizia, che amiamo definire persone di “Buona Volontà”, non importa se sono stati simpatizzanti dell’uno o dell’altro partito tradizionale. Qualcuno parla delle sardine come anima “pura” della sinistra, ma assolutamente non possono rappresentare nessuno, perchè non hanno finalità certe e concrete. Parlano e basta!
L’ attuale sinistra, ossia il partito politico Leu, che ha preso le distanze dal PD, appare essere velleitaria e, per tale motivo, non muove un dito a favore dei bisognosi di aiuto sociale ed economico.
In tale contesto, che segna il crollo della politica tradizionale, si rende sempre più impellente la necessità di raccogliere il fermento e l’anelito del popolo dignitoso della nazione italiana, che porta nel cuore, il desiderio di democrazia e solidarietà, che sono, ineludibilmente, valori intramontabili.