Sarà anche una domanda dura, ma qualcuno se la deve pur fare. La polemica di Sala con l’Inter, infatti, più che lo Stadio riguarda la riqualificazione di un intero quartiere e il rilancio economico del quadrante nord ovest della città. Messo a rischio non dalle normale vicende societarie di una grande squadra di calcio, ma dall’incapacità manageriale di un sindaco che, quello stadio, non l’ha mai voluto.
Ce ne parla il sempre attento consigliere di Municipio 7 Franco Vassallo.
“Se qualcuno credeva che l’iscrizione di Sala ai Verdi Europei fosse una cosa indolore temo se ne dovrà ricredere. Beppe sta già passando a pagare dazio. E lo fa cercando di sabotare un progetto che non ha mai amato. Troppo proiettato nel futuro, troppo grande, troppo privato. Qualcosa su cui non ha mai potuto ingerire, che non porterà il suo distinto marchio di fabbrica: inefficienza e costi che lievitano, senza che nessuno chieda mai a fondo conto delle cifre.
Così sta approfittando delle normali vicende societarie di tutti i grandi club in questi momenti tribolati, per cercare di sabotare l’intero piano. Che riguarda lo Stadio, certo. Ma che riguarda anche e soprattutto la riqualificazione dell’intera area. Gli oneri urbanistici sono il 50% del progetto. Vuol dire che Milan e Inter lo stadio lo pagheranno il doppio. Ecco, un sindaco pragmatico e avveduto non farebbe polemica sulle quote societarie. Si assicurerebbe invece che i lavori e gli oneri andassero di pari passo, che non si facesse economia su questi ultimi per favorire lo Stadio. Insomma, farebbe, in silenzio il proprio lavoro.
Ma Sala è un bravo manager pubblico solo quando nessuno fa le pulci alla contabilità e tutti obbediscono senza fare domande. Non a caso l’unico grande cantiere di questi cinque anni è stato progettato, pagato e verrà realizzato da privati. Lui è stato ad osservare, come gli umarell attorno ai cantieri, criticando e cercando di rallentare ogni volta che è stato possibile. Questo atteggiamento, purtroppo, rischia di costare caro alla gente di San Siro, che potrebbe perdere centinaia di milioni di euro per vivere meglio. E tutto per evitare che si guardi al futuro. L’unica, piccola e amara consolazione è che ai Milanesi verrà mostrato in tutto il suo splendore cosa succederà se lo rieleggeranno: cinque anni di immobilismo e perdita di valore per la città. Dove l’unica cosa a crescere saranno le code davanti al Pane Quotidiano.”