Appunti per le comunali 2021. La sinistra si dimostra forte solo nel centro di Milano. Alle persone normali, quelle cioè che non possono vivere in Area C ma solo passarci, non frega nulla di quanto scrivono gli editoralisti del Corriere e Repubblica. E se ne fregano ancora di più di essere chiamati populisti. Anzi. Per qualcuno è persino un complimento perché spesso fanno o hanno fatto lavori più umile del “bibitaro”. Ogni volta che una persona usa questo termine in senso dispregiativo, aggiunge un elettore ai populisti. Primo perché la democrazia serve proprio a rendere possibile a tutti di sedere in Parlamento, secondo perché i presunti bravi (quelli cioè che ci hanno condotto a questo disastro sociale ed economico ben prima del Covid) hanno candidato gente come l’ultimo ministro dell’Istruzione. Una donna non istruita e che aveva persino falsificato i propri titoli. Ma si sa, se sei di sinistra puoi anche governare Milano con una condanna che certifica la tua disonestà. Ogni riferimento a Beppe “l’onesto” è puramente casuale. I sinistri personaggi che popolano i “democratici” spingono a prendere appunti per le comunali 2021: loro hanno vinto di nuovo nel Municipio 1. Dove ci sono quelli che a sentire parlare di popolo inorridiscono, a meno che il popolo non sia lì per lavare il water. Per il resto invece ha vinto il popolo. Allora forse per il prossimo giro il centrodestra deve smetterla di inseguire il Corriere, perché il voto dei borghesi sarà importante, ma non decisivo. Chi vive fuori da Area C ha un vantaggio solo: i numeri. Proprio come i proletari di un tempo. Dunque il prossimo candidato sindaco dovrebbe essere così: venire da fuori le mura, magari con una vita simile a quella di milioni e non vicina a quelli coi milioni. Forse guadagnerà qualche benedizione in meno da Foro Bonoparte, ma avrà molte più possibilità di vittoria nelle urne. Basta pensare ai soliti personaggi, c’è chi va mandato in pensione. In un modo o nell’altro. Altrimenti ci penseranno gli elettori.