In occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione mondiale della sanità, gli enti della rete Alzheimer, in collaborazione con altre realtà cittadine, organizzano una serie di eventi, quest’anno soprattutto online, per coinvolgere le famiglie e i cittadini interessati e stimolare un dialogo costruttivo e di approfondimento.
Si parte, appunto, lunedì 21 settembre, con un incontro organizzato dal centro “Dino Ferrari” dell’Università degli studi di Milano, dalla Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e dall’associazione Malattia Alzheimer Milano (AMA). A partire dalle 11, sulle pagine social degli enti organizzatori, i neurologi, i neuropsicologi, i ricercatori del Centro per i disturbi cognitivi e le demenze (CDCD) del Centro “Dino Ferrari” del Policlinico e gli psicologi di AMA Milano approfondiranno tematiche inerenti la malattia, la sua evoluzione, la relazione con il malato, il sostegno alla famiglia nel lavoro di cura.
Alle 11:30 la cooperativa sociale Proges organizza un incontro su “Le sfumature del lutto in tempi di pandemia e non solo” durante il quale si affronterà il tema della perdita di contatto fra la persona affetta da Alzheimer e il suo familiare. Il lutto viene inteso non solo in riferimento alla perdita del proprio caro, ma anche al venir meno di uno scambio relazionale dovuto al deterioramento cognitivo. In questa fase di emergenza sanitaria, questi aspetti sono aggravati dalla necessità di un distanziamento fisico.
Alle 15 di martedì 22 settembre ci sarà invece una videoconferenza organizzata dal Pio Albergo Trivulzio sulla “Vicinanza alle famiglie di soggetti con demenza in tempi di distanziamento sociale da Covid 19: il contributo dell’équipe multiprofessionale nel mantenimento di una comunicazione efficace”. L’evento coinvolgerà medici, infermieri, psicologi, terapisti occupazionali, fisioterapisti, logopedisti, OSS e animatori/educatori sociali del Pio Albergo Trivulzio e offrirà un’occasione di confronto tra tutti coloro che quotidianamente si prendono cura dei soggetti con Alzheimer.
Alle 15:30 di mercoledì 23 settembre la onlus Walter Vinci metterà in scena, in via Correggio 65, una prova aperta di Sonoramente, laboratorio di musicoterapia e canto corale per memorie fragili. I coristi saranno presenti sia fisicamente sia in remoto.
Il 23 settembre, nel pomeriggio, si terrà il secondo incontro del percorso “Far funzionare il rapporto di lavoro con la badante. Tutoring online per famiglie”, organizzato dalle cooperative Eureka! Piccolo principe e rivolto alle famiglie che si avvalgono del supporto di un assistente familiare/badante nel periodo di emergenza sanitaria Covid-19.
Giovedì 24 settembre alle 15 il Pio Albergo Trivulzio organizzerà un momento musicale e di arte terapia dedicato ai caregiver.
Infine, il 25 settembre alle 17:30 si terrà la presentazione del libro “Ma lei dove dorme? Un libro per migliorare la quotidianità di chi vive con la demenza” di Cinzia Siviero e Rita D’Alfonso, organizzata dall’associazione Al confine.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il programma completo nella sezione “Allegati” della pagina Rete Alzheimer.
La Rete Alzheimer ha continuato, nonostante le difficoltà imposte dal confinamento, a fornire supporto, adattando i propri interventi alle esigenze di distanziamento imposte dal diffondersi del Coronavirus. Per non creare discontinuità nel supporto e nell’assistenza alle persone con demenza e ai loro caregiver, nel periodo di maggiore gravità della pandemia, la rete ha promosso immediatamente importanti rimodulazioni con modalità a distanza dei servizi: una linea telefonica per tutta la città (numero verde 800 684839), un centro di psicologia per l’anziano e l’Alzheimer in ogni municipio, per consulenza e percorsi di psicoeducazione e sostegno, centri di incontro, interventi psicosociali e Alzheimer café. Un’indagine conoscitiva sull’uso degli strumenti da remoto promossa dal Comune e dagli enti con cui l’Amministrazione collabora ha evidenziato che i caregiver hanno apprezzato le videoconferenze in Skype e Zoom (72,7% degli intervistati), un dato incoraggiante perché dimostra consuetudine con la tecnologia anche nella popolazione degli anziani. I familiari hanno, in particolare, segnalato che il supporto ha ridotto il senso di isolamento e solitudine (soprattutto per coloro che convivono con il malato). Per quanto riguarda i pazienti con decadimento cognitivo, i caregiver hanno riscontrato l’utilità delle stimolazioni fornite che hanno facilitato l’impiego razionale del tempo, migliorato l’interazione sociale e ridotto l’agitazione.