Si è rotta la falange lombarda. I primi segnali erano arrivati con la pretesa da parte della Lega della testa di Giulio Gallera. I continui attacchi interni ed esterni alla fine lo hanno spinto al passo indietro, ma le cose non sono migliorate. Anzi. Ecco dunque che dopo alcuni clamorosi scivoloni la crepa si è allargata fino ad arrivare all’azzeramento totale di Aria spa, la centrale acquista voluta da un leghista di peso e diventata l’obbiettivo di Forza Italia. Poco prima era tornata a farsi sentire Daniela Santanchè chiedendo un maggior coinvolgimento da parte degli alleati nelle decisioni. Ma se Fratelli d’Italia contesta, Lega e Forza Italia non fanno festa: uno ha silurato l’assessore dell’altro, l’altro ha tagliato la testa dell’azienda del primo. In mezzo i lombardi. Perché da quando si è rotta la falange lombarda i primi a pagarne le conseguenze più gravi sono proprio i cittadini di quella che fu la regione più efficiente d’Italia. Abbiamo sotto mano un sistema ricchissimo di risorse (pensate che Regione Lombardia si è indebitata per 3 miliardi di euro per il Piano Marshall di Fontana) ma sembra di stare in mezzo a una tundra gestita da bande. Le risorse per fare le cose ci sono dunque, ma forse manca l’umiltà: in Gran Bretagna la questione Covid è partita con un fallimento totale di Boris Johnson, ma ha saputo riprendersi e in breve sono state vaccinate decine di milioni di persone con l’ovvio crollo di contagi e morti. Qui invece la classe dirigente si sta azzannando per ottenere più risultati possibili, o meglio più voti potenziali per sè stessi. Gallera dice che è colpa di Caparini e della Lega, Salvini che Moratti e Bertolaso si fanno troppo i fatti loro. Intanto nessuno ha capito quanti lombardi verranno vaccinati entro giugno.