Omicidio Savarino, assolto Milos Stizanin: “Non ci sono prove”. Nel suo comportamento non può “leggersi con sicurezza” né “un segnale di adesione” alla “decisione del compagno alla guida dell’auto, né “un “atteggiamento di supporto, incitamento verso quest’ultimo”. Lo scrive la Corte d’Assise di Milano, presieduta da Ilio Mannucci Pacini, nelle motivazioni della sentenza con cui il 6 luglio ha assolto per “non aver commesso il fatto” Milos Stizanin, serbo di 26 anni che era in auto con Remi Nikolic, il giovane all’epoca minorenne che alla guida di un suv travolse e uccise l’agente di Polizia locale Niccolò Savarino, impegnato in un controllo di routine nel capoluogo lombardo, il 12 gennaio 2012. Il 26enne, difeso dai legali David Russo e Lorenzo Castiglioni, è tornato libero dopo la sentenza nel nuovo processo arrivata a otto anni di distanza dai fatti. Stizanin quel giorno era nell’auto guidata dal 17enne Nikolic, condannato in via definitiva a 9 anni e 8 mesi dai giudici minorili e che, dopo aver finito di scontare la pena, a luglio è stato fermato per alcuni furti. A oltre 7 anni di distanza dalla morte dell’agente, a Stizanin, detenuto per fatti di droga, era stata notificata un’ordinanza con l’accusa di concorso in omicidio volontario. Provvedimento emesso dopo che in appello nel 2018 (dopo un rinvio dalla Cassazione) per il serbo venne riqualificata l’accusa da favoreggiamento (contestata dal pm Mauro Clerici) in concorso in omicidio. Secondo la nuova imputazione, il serbo aveva incitato l’amico a travolgere l’agente mentre quest’ultimo
stava effettuando un controllo in un parcheggio e lo aveva anche spinto a proseguire la “marcia”, trascinandolo sull’asfalto, dopo averlo investito. “Non è stato provato – scrive nelle motivazioni la Corte – il concorso morale di Stizanin rispetto all’omicidio volontario”. Cala così il sipario sul processo e sulla morte del ghisa a cui è stato intitolato un parco. La decisione dei giudici sul presunto complice dell’assassino di Savarino potrebbe far discutere.
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