“Nel campo rom regolare di via Chiesa Rossa 46 famiglie su 47 non pagano le rette dovute al Comune di Milano e hanno ricevuto la messa in mora per il pagamento del debito pregresso. Ho ricevuto questi dati dall’assessore Rabaiotti in risposta a una mia interrogazione comunale, constatando ancora una volta come la sinistra continui a farsi prendere in giro dai rom. Ad aprile ho svolto un sopralluogo nel campo di Chiesa Rossa (dove mi è parso di vedere ben più delle 47 piazzole indicate dal Comune e non vorrei che ai regolari si fossero aggiunti degli abusivi) e gli abitanti dell’insediamento mi hanno raccontato senza problemi che praticamente nessuno di loro pagava la sua quota al Comune perché non gli era mai stata richiesta. Siamo davvero all’assurdo: gli inquilini delle case popolari sono costretti a farsi in quattro per pagare gli affitti, mentre i rom sono liberi di farsi mantenere a spese della cittadinanza?”. Così Silvia Sardone, Consigliere Comunale ed europarlamentare della Lega.
“All’assessore Rabaiotti ho chiesto anche a quanto ammonta il debito pregresso dei rom, perché è giusto che i milanesi sappiano i due pesi e le due misure usate dall’amministrazione comunale, ma a distanza di quasi due mesi – e nonostante le sollecitazioni – non ho ancora avuto risposta. Vorrei ricordare alla giunta Sala che non stiamo parlando di un campo qualsiasi, visto che in Chiesa Rossa c’è il più alto tasso di pregiudicati: qui sono stati rubati 40.000 euro a Lele Mora per una finta partita di champagne; un cittadino cinese ha subito la stessa truffa qualche mese fa; nel luglio 2018 c’è stata una sparatoria tra rivali; nel 2016 tre marocchini sono stati rapinati di 25.000 euro per una truffa legata a un annuncio di vendita online e sempre nel 2016 sono state trovate all’interno del campo 130 tra spade, coltelli e machete. Sappiamo – chiude Silvia Sardone – che il Comune non è sicuramente maestro nel riscuotere i crediti, quindi consiglio a Sala e compagni di eliminare il problema alla radice chiudendo il campo di Chiesa Rossa di cui certamente non sentiremo la mancanza”.