È stato sgomberato dagli occupanti abusivi l’edificio della ex scuola elementare “Luciano Manara” di via Fratelli Zoia a Quarto Cagnino. Al momento dell’intervento, avvenuto questa mattina, erano presenti sei persone, tutte adulte: ritrovati numerosi giacigli di fortuna nelle stanze adibite un tempo ad aule.
Allo sgombero stanno seguendo in queste ore opere di messa in sicurezza, pulizia, sistemazione del verde. Saranno eseguiti inoltre alcuni interventi per rendere immediatamente e momentaneamente fruibile l’area in modo che sia compatibile con un affido temporaneo ad associazioni, in attesa della soluzione definitiva.
I lavori di pulizia e di messa in prima sicurezza dureranno un paio di mesi.
Per eseguire questo sistema coordinato di interventi nelle scorse settimane gli assessorati e le direzioni comunali Welfare, Sicurezza, Verde, Quartieri e il Municipio 7 hanno esaminato la situazione e programmato un percorso di presa in carico dello stabile, avviato oggi con questa prima azione. Oggi in via Fratelli Zoia erano presenti anche la Polizia locale – che nelle prossime notti intraprenderà un’attività di controllo per evitare nuove occupazioni -, Nuir e Amsa che ha avviato la pulizia.
L’obiettivo è utilizzare gli spazi per attività di welfare di comunità o come sede di servizi socio-educativi e formativi e di supporto alle famiglie fragili, funzionali all’ampliamento dell’offerta sul territorio. Per questo, sarà avviato un percorso finalizzato all’individuazione di un gestore per la ex scuola. Gli oltre 2.800 metri quadri di superficie di via Fratelli Zoia sono sottoposti a tutela diretta della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio che ha rilasciato l’autorizzazione per l’utilizzo dell’immobile con finalità didattiche, socio-culturali, ricreative o sportive.
“L’intervento di oggi – dichiarano gli assessori Marco Granelli (Sicurezza) e Lamberto Bertolé (Welfare) – si inquadra in un progetto di riqualificazione e riutilizzo dell’ex scuola Manara che vogliamo sottrarre all’abbandono e all’incuria e mettere a disposizione del quartiere e della città perché diventi un luogo di socialità e incontro. Uno spazio dove i cittadini possano trovare servizi di welfare di prossimità, preservando la vocazione sociale che l’edificio ha sempre avuto e le indicazioni della Soprintendenza riguardo alla destinazione d’uso”.