In seguito alle inchieste avviate dalla Procura di Milano relative ad alcune operazioni immobiliari, il Comune ha deciso di cautelarsi approvando una delibera le linee di indirizzo per lo sviluppo delle attività amministrative in materia urbanistico-edilizia che, in attesa di chiarimenti normativi, si adegua a quanto stabilito dai giudici.
Nella nota emessa, l’Amministrazione ribadisce “di avere sempre agito nella convinzione della regolarità e correttezza del proprio operato. Non potendosi però escludere ulteriori future indagini su fattispecie analoghe, il suo orientamento, con natura di mero indirizzo, muove dalla considerazione dell’interesse pubblico generale. L’obiettivo è quindi evitare effetti negativi di rilevanza pubblica sull’attività degli uffici amministrativi, delle imprese di costruzione, nonché sul mercato immobiliare della città e sulla stessa vita delle persone che contano sulla possibilità di utilizzare gli immobili come luoghi di vita, residenza e occupazione”.
In particolare, “viene avviato – una volta individuate le pratiche relative a interventi in corso o già ultimati per le quali l’Amministrazione ha evidenza di indagini aperte o per le quali gli operatori coinvolti chiedano verifiche – un percorso di lavoro finalizzato ad esaminare le possibili ricadute delle interpretazioni normative desumibili dal decreto del Giudice per le Indagini Preliminari di Milano dello scorso gennaio relativo all’intervento di via Crescenzago 105, e ad individuare eventuali atti da assumere. Quanto agli interventi per i quali non sia ancora stato rilasciato il titolo edilizio e che presentano fattispecie analoghe a quelle oggetto di procedimenti penali, l’attività amministrativa verrà temporaneamente orientata tenendo conto delle indicazioni desumibili dallo stesso decreto del GIP”.
Da parte sua, l’Assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi sottolinea che “i profili di illegittimità prospettati sono frutto di interpretazioni normative controverse e che le prassi operative degli uffici sono state applicate in modo generalizzato agli interventi con analoghe caratteristiche, nella motivata convinzione della loro correttezza” sollecitando “un chiarimento definitivo, che non lasci margini di incertezza rispetto alle linee da seguire” aggiungendo “il nostro obiettivo dev’essere innanzitutto la tutela dei dipendenti comunali” morivo per il quale il Comune si è impegnato a non costituirsi parte civile nei confronti dei tecnici indagati.
Soddisfatto per il cambio di rotta Carlo Monguzzi, Presidente Commissione Mobilità Ambiente, che precisando “Al di là della questione giudiziaria per me è soprattutto un formidabile problema urbanistico e ambientale” aggiunge “Non possono essere considerate come ristrutturazioni enormi costruzioni fatte dove prima c’erano piccoli manufatti e autorizzate con una semplice segnalazione di inizio attività e senza un piano attuativo che tenga conto dell’aumentato impatto sul territorio che può causare l’insediamento di tanti nuovi cittadini” per poi concludere “Quindi bene lo stop temporaneo del comune a queste pratiche semplificate ma ora serve una normativa chiara e inequivoca”.