Gli ambientalisti lombardi a sostegno del Global Strike di venerdì. Rete Ambiente Lombardia esprime il suo pieno sostegno al Global Strike di venerdì 25 marzo organizzato dai giovani di Fridays For Future e alle ragioni che li riportano a manifestare al grido di “Persone, non profitti”. Nostre delegazioni saranno presenti nelle piazze di molte città della Lombardia per testimoniare la nostra vicinanza ad un movimento che fa della lotta ai cambiamenti climatici causati dall’attività umana la ragione principale del proprio impegno e che in pochi anni ha maturato una visione intesa a conciliare giustizia ambientale e giustizia sociale partendo dai Rapporti degli scienziati dell’IPCC.
Sarà l’occasione per rafforzare la convergenza tra generazioni che hanno responsabilità molto diverse sulla crisi climatica attuale e per rilanciare la nostra Petizione “Apriti Cielo” finalizzata a ripulire l’aria che respiriamo e responsabilizzare le Istituzioni regionali e locali della Lombardia a intervenire sulle cause di un inquinamento che produce malattie e morti premature. Questo primo sciopero globale per il clima del 2022 vede lo scenario italiano e internazionale fortemente segnato da criticità non risolte: il continuo aumento delle emissioni di Co2 e di gas climalteranti per il ritardo con cui si stanno avviando le indispensabili transizioni energetiche ed ecologiche; un preoccupante prolungamento della siccità nella nostra pianura e la inadeguata attenzione alla manutenzione e sicurezza idrogeologica del territorio; l’emergenza sanitaria e sociale causata dalla pandemia non ancora superata e l’indebolimento di una sanità pubblica il cui rilancio appare totalmente contraddetto dalle ultime scelte regionali; la guerra esplosa nel cuore dell’Europa con l’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate russe. Proprio questa guerra, ultima “inutile strage”, viene utilizzata da troppi interessi geopolitici ed economici per aumentare le spese militari e, nello stesso tempo, consolidare il vecchio modello di sviluppo e giustificare il vecchio modello energetico basato su gas, petrolio e addirittura carbone. Ben prima dello scoppio della guerra si erano già evidenziate forti opposizioni ai processi di decarbonizzazione e contrarietà all’abbandono giudicato troppo veloce delle fonti fossili in diversi settori dell’economia: automobilistico, logistico, infrastrutturale.
In particolare l’ENI ha guidato una vera e propria controffensiva e il Ministro Cingolani ha civettato con l’idea del ritorno del nucleare da fissione sia pure di nuova generazione. In questo quadro l’Italia si sta purtroppo muovendo in Europa a sostegno dell’introduzione di gas e nucleare nella “tassonomia europea” per accedere a finanziamenti verdi agevolati, quando la via maestra è quella delle fonti rinnovabili, del fotovoltaico sui tetti degli edifici pubblici, dei condomini, dei capannoni industriali e artigianali; è quella delle comunità energetiche, in particolare, nelle nostre periferie anche per intervenire sulla povertà energetica; è quella dell’efficientamento energetico e del risparmio. Se davvero siamo di fronte alla più grave crisi politica, umanitaria e, si paventa, energetica dalla Seconda Guerra mondiale ad oggi, la risposta non può venire da chi ha fatto sue le vecchie ricette neoliberiste della crescita illimitata, dello spreco e del consumo di suolo, ma piuttosto dalla scelta convinta e responsabile di accelerare la riconversione ecologica orientando gli investimenti secondo gli obiettivi strategici e i tempi previsti dalla Next Generation EU, dunque riqualificando il PNRR e non peggiorandolo.
La nuova solidarietà che siamo chiamati a dimostrare verso la popolazione in fuga dalla guerra in Ucraina andrebbe rivolta verso tutti i popoli del mondo, includendo la tutela di ecosistemi sempre più sfruttati e compromessi, dal cui squilibrio derivano sofferenze ed esodi di massa, come ci suggerisce l’enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”. Quello che apprezziamo nelle posizioni più recenti dei Fridays For Future è il loro sguardo senza pregiudizi verso ogni essere vivente dell’intero Pianeta, sorretto dall’ analisi critica delle tante forme di colonialismo e di sfruttamento di esseri umani, risorse e natura su cui si fonda tuttora la ricchezza dei Paesi più privilegiati. L’urlo della Terra e dei poveri diventa l’appello “Persone, non profitti!”. Questo il vangelo laico, il nuovo umanesimo, l’impegno che tutti dovremmo abbracciare.