Ma se anche all’ombra della Madonnina ci fosse un risultato simile alle elezioni olandesi? Qualcuno ci spera e non è detto che faccia male: Milano si era già guadagnata il titolo di alfiere della resistenza all’onda giallo-verde che ha investito l’Italia nelle ultime consultazioni elettorali, mentre ovunque l’Italia cambiava i milanesi si confermavano conservatori progressisti. Il Partito democratico e Forza Italia infatti viaggiavano su percentuali da sogno rispetto al resto del Paese. E forse anche oggi potrebbe confermarsi la stessa tendenza: il gioco delle parti che ha portato a litigare Luigi Di Maio e Matteo Salvini non ha convinto molti. Le discussioni, anche animate, sembravano una perfetta recita per galvanizzare i rispettivi follower (ops, elettori) in vista della scadenza elettorale. Un teatro destinato a scomparire il giorno successivo al voto. E in effetti in parte ha funzionato: a leggere e sentire i principali canali della stampa italiana, esistono solo i due viceministri con Zingaretti che ogni tanto sporge il crapino. Qui e là vecchie glorie come Emma Bonino guadagnano un posto nei notiziari, noi crediamo grazie alle amicizie coltivate negli anni con la stampa più che per qualche vera proposta o per la consistenza dei sondaggi. Ma sappiamo che la stampa italiana spesso sbaglia, abbagliata da un mondo che fatica a capire spesso per vecchi mali mai curati. E se succedesse anche questa volta? Se alla fine gli italiani fossero più avanti di molti analisti che si nutrono dalle stesse fonti da anni? Dopo tutto questo caos, tra migranti, canne light, redditi che la gente non vuole e quant’altro alla fine riesplodessero i vecchi partiti? Pensate cosa succederebbe se il Potere al Popolo di turno prendesse il 15 per cento e la Lega confermasse il 17. La lezione olandese avrebbe avuto il merito di essere premonitrice, per ora ha quello di aver sollevato un dubbio.