La difficile situazione politica di Sala. Il sindaco di Milano si trova alla prese con un altro problema di legalità e correttezza all’interno degli organi amministrativi cittadini, questa volta è infatti il turno di un’ondata di manette piombata su Atm. Tangenti e il classico gioco sporco sugli appalti pubblici, dice la Guardia di Finanza. Ma la difficile situazione politica di Sala è tutt’altro argomento: con una condanna alle spalle per aver truccato le carte legate a Expo 2015 è possibile pretendere correttezza e legalità dagli altri? Perché lui lo ha fatto, come ci si aspetta da un sindaco, specialmente se il Comune è proprietario dell’azienda in cui sono stati scoperti i presunti tangentari. Però davvero non c’è niente di strano in un condannato che dà direttive sulla legalità? Chi è garantista fino al midollo non ha problemi per questo genere di vicende politiche perché può distinguere caso per caso, valutando e soppesando senza pregiudizi. Ma in questi tempi in cui si chiede la galera a vita o pene durissime ed esemplari per chiunque sono pronti per avere tanta pazienza? O forse nel primo cittadino milanese vedono una contraddizione pesante, tanto pesante da ridiscutere la prossima candidatura? Sicuramente per la sinistra sarà un bagno di realtà consistente se dovesse essere ancora “Beppe” l’aspirante sindaco: dopo aver parlato di condannati in politica, a volte solo indagati, ora hanno un condannato che parla di legalità e correttezza.