I dubbi di DataMediaHub sugli “strani” followers di Di Maio. Il popolarissimo sito di analisi del mondo dei social network ha messo sotto la lente le vetrine online del ministro degli Esteri e padre fondatore di Impegno Civico e il risultato non sembra brillante anzi. Vi riportiamo uno stralcio proprio sugli strani followers di Di Maio:
Appare chiaro che la presenza su Facebook sia stata mal preparata e non dia alcun risultato. Non va meglio su Twitter, anzi. In questo caso le pubblicazioni sono iniziate il 10 agosto scorso e l’account conta 286 follower. Follower che non solo sono pochissimi rispetto alla visibilità mediatica di cui gode Di Maio ma che sono anche in questo caso “strani”, spesso senza neanche la foto del proprio profilo.
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La strada per tornare in Parlamento sembra dunque sempre più in salita per Luigi Di Maio che rischia di trovarsi senza alcuna poltrona a causa della riforma (e dalla politica) che ha voluto proprio lui. Sarebbe una beffa, ma intanto il suo caso, ben più triste di quello di Gabriele Albertini, riporta in luce un argomento spesso sottovalutato. Molti giornalisti, specialmente se non aggiornati, scelgono le notizie in base all’interesse che secondo loro stanno riscuotendo certi fatti o certe dichiarazioni. Peccato che buona parte di queste loro impressioni siano orientate in base a migliaia di bot schierati per far risaltare una notizia invece di un’altra. Quindi la domanda è: quanti giornalisti stanno lavorando per i bot? E ancora peggio: c’è chi il lavoro dei bot lo vende a pacchi al miglior offerente. Dunque i giornalisti sono diventati spesso soldati inconsapevoli di padroni consapevoli. Avere coscienza di ciò potrebbe portare a gestioni diverse del mondo online come si è iniziato a fare dopo gli scandali delle ultime tornate elettorali americane. Perché lo strumento di per sé dei bot potrebbe essere un apporto positivo per tutti quei partiti che non hanno appoggio dai grandi network come la RAI, quindi amplierebbero la democrazia. Al momento invece siamo al livello: “comprame er follower”.