Fnp Cisl: in Lombardia la metà degli accordi di tutta Italia. Nell’anno 2020, a livello nazionale, sono stati firmati dalla CISL 499 accordi. Di questi, 208 (il 41,68%) sono stati raggiunti in Lombardia. “Questo primo dato riafferma il peso complessivo della nostra regione, e della nostra organizzazione sindacale, sul complesso dell’azione negoziale sociale nazionale, segno dell’importanza attribuito al valore della negoziazione sociale dai sindacati confederali e dei pensionati lombardi, nonostante la pandemia Covid-19 che ha influenzato tutti i settori della vita sociale compresa la possibilità di fare negoziazione sociale”. Osvaldo Domaneschi, Segretario Generale di FNP CISL Lombardia, riassume così la ricerca che il dipartimento welfare del sindacato pensionati ha pubblicato in questi giorni, a cura di Pietro Cantoni e Giuseppe Redaelli.
Nell’analisi degli accordi sottoscritti in Lombardia, il 2020 può essere suddiviso in tre periodi specifici: da gennaio a febbraio, la negoziazione è stata fatta attraverso le consuete modalità; da marzo a maggio, nel momento più acuto della pandemia, i confronti si sono svolti esclusivamente in videoconferenza; e da giugno a dicembre, quando la negoziazione è ripresa in quasi tutti i territori della Lombardia in forma mista, telematica e in presenza fisica.
“Questo grande sforzo è stato possibile grazie alla presenza diffusa e radicata della FNP e della CISL sul territorio e soprattutto, dovuta alla conoscenza diretta dei bisogni e l’esperienza accumulata nel tempo, consentendo la formulazione di proposte utili e inerenti alla fase di emergenza pandemica che ha colpito le categorie più deboli – dice Onesto Recanati, segretario FNP con delega alla negoziazione sociale. Si sono affrontati con i Comuni temi come: la consegna di pacchi alimentari, la distribuzione di buoni spesa e materiale di protezione individuale (Dpi), alla riapertura in sicurezza di scuole e centri sociali e culturali, tutto ciò con l’obiettivo di rafforzare la coesione sociale sul territorio”.
Dei 208 accordi siglati, 182 sono stati firmati a livello comunale, 9 sono gli accordi Intercomunali (Unione di Comuni, Ambiti distrettuali dei Piani di Zona), 8 a livello Provinciale e Interprovinciale (Province e ATS), mentre quelli sottoscritti a livello regionale sono stati 4. La popolazione complessiva beneficiaria di tale azione negoziale territoriale è stata di 3,3 milioni, corrispondente al 33,11% della popolazione lombarda.
Le quattro intese sottoscritte con Regione Lombardia comprendono 2 accordi quadro sui criteri di accesso agli ammortizzatori sociali in deroga a causa degli effetti causati dall’epidemia Covid-19, un accordo sulla costituzione del fondo di anticipazione sociale di 5,5 milioni di euro, e uno per l’introduzione della misura pacchetto famiglia, con contributo di 500€ per il pagamento di una rata del mutuo prima casa o per l’acquisto di strumentazione tecnologica per la didattica on-line.
Dall’analisi degli accordi si evince che si negozia di più (e in alcuni casi anche meglio) nei Comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti; viene confermata ancora la tendenza di fare pochi incontri con gli Enti sovracomunali. La volontà di un costante confronto è confermata da una buona presenza di accordi che riguardano la regolazione del processo concertativo e delle relazioni sindacali, che includono elementi di regolamentazione del processo negoziale con il fine di assicurare un contesto adeguato tanto al suo positivo svolgimento quanto all’attuazione degli impegni presi.
“L’attivazione del processo negoziale con la sottoscrizione di 208 verbali nel territorio lombardo, anche se molto inferiore agli anni precedenti, è comunque un buon risultato. Questo non rappresenta un fatto completamente negativo perché, come sosteniamo da tempo, occorre transitare da una negoziazione di quantità a un confronto di qualità e di prossimità a favore delle persone e delle famiglie – scrivono Pietro Cantoni e Giuseppe Redaelli, responsabili del Dipartimento Welfare. I risultati raggiunti son stati possibili grazie all’azione incessante, appassionata e competente dei tanti negoziatori sociali della categoria dei pensionati che, in sinergia con le confederazioni, ha prodotto un’attività che ha tessuto una fitta trama di relazioni, utili alla gestione di processi complessi e alla realizzazione di accordi rilevanti, a difesa degli interessi dei più deboli e per la edificazione del bene comune”.
I territori sindacali di Brescia, Pavia e Lodi, e Monza Brianza Lecco sono quelli dove la contrattazione territoriale ha prodotto il maggior numero di risultati. In totale, l’87,5% degli accordi ha interessato la sfera comunale, toccando argomenti vari. Durante la gestione della fase di emergenza, per esempio, hanno riguardato ammortizzatori sociali e crisi aziendali, consegna pacchi alimentari, farmaci e materiale scolastico, distribuzione buoni spesa, messa in sicurezza delle strutture residenziali e semiresidenziali. Con la ripresa e le relative riaperture si è discusso di scuole, trasporti, centri sociali/culturali, turismo, organizzazione centri estivi/Grest, acquisto Dpi, servizi di counselling psicologico, progetti di socialità e di contrasto alla solitudine.