Nuovo record di MM in via Rizzoli: sei mesi per riparare l’impianto di aspirazione
Nella continua rincorsa all’efficienza MM in via Rizzoli ha perso un’altra gara. L’ennesima. Partiamo dai fatti. A dicembre i condomini di via Rizzoli, civici dal 73 all’87, in particolare ai piani alti del 77 e del 79, ma si avvertiva ancora all’81, hanno cominciato a non dormire più la notte. Nel silenzio del coprifuoco le ventole che assicurano l’aspirazione dell’aria dei bagni facevano il tipico rumore del bombardiere che decolla. In queste condizioni, per evitare crisi di nervi e crolli psicologici, si è presa una durissima decisione. “Spegniamo, tanto a breve si risolve tutto”. Le ultime parole famose.
Sei mesi dopo, ovviamente, nulla è stato risolto. In compenso un’aria pesante, incrocio tra fogna e palude, aleggia sulle case dei poveri condomini. Che, comprensibilmente, non ne possono più. In primis, non ne possono più di queste scelte impossibili. Come si fa a scegliere tra rumore insopportabile di notte e odore intollerabile tutto il giorno? Il tutto senza mai uno straccio di scadenza, eternamente appesi ad un centralino che nelle migliori delle ipotesi ti lascia un numero di pratica. Che non serve pressoché a nulla. Nella peggiore ti dice che ci stanno lavorando. Già, ma a cosa stanno lavorando?
I pezzi della ventola ci sono. L’appalto anche. La burocrazia è stata sbrigata. Cosa aspettano quindi, per Giove? L’imbragatura. L’imbragatura per l’elettricista, perché possa operare in sicurezza. Non si pensi, ovviamente a delle bretelle di cuoio. È molto più complessa di così, il luogo da raggiungere è alto e la struttura non si trova su Ikea a 9,90 euro con brugole incluse. Ma non sembra nemmeno una di quelle cose mai create da mano umana che devono essere temprate nel sangue di una vergine al plenilunio sotto stelle aliene. Possibile che in sei mesi non siano riusciti a procurarsela? Purtroppo la risposta è sì, è possibile.
E così gli inquilini sono costretti a vivere in un costante miasma per aver sbagliato risposta a dicembre, cosa di cui alcuni ancora si pentono. Che poi, sbagliato è un parolone. Se avessero scelto il rumore magari avrebbero sofferto per il rumore due mesi in più e poi si sarebbero rotte lo stesso le ventole. Quello che è certo è che la capitale dell’efficienza pensa a come far tornare il turismo e non a come rendere la vita tollerabile alle periferie. Una costante che ormai marchia il decimo anno consecutivo di gestione sinistra della città.