Seguite i bonifici della funivia. Perché oggi, come sempre, la funivia non è di nessuno. Fino a ieri erano tutti felici di partecipare all’affare funivia del Mottarone. Chi forniva i materiali, chi lucrava sui servizi ai turisti, chi seguiva la manutenzione, una lunga lista di persone interessate. Ma ora che si tratta di pagare il conto perché sono riusciti nella non semplice impresa di far spezzare un cavo d’acciaio, la funivia non è di nessuno. La sindrome Jack Sparrow (ricordate? Non era mai lui ad aver chiesto un prestito o ad aver sparato a qualcuno) ha colpito ancora. A Stresa ci aspettiamo a breve si sentire dire “funivia? Quale funivia?”. Perché quando c’è da spartire bottini va tutto bene e sono tutti una comunità, ma quando il giochino si spezza e causa una strage improvvisamente nessuno sa nulla. Manco fossimo nella mitologica Corleone di 50 anni fa. Invece siamo nei possedimenti dei ricchissimi e potentissimi Borromeo, famiglia di cardinali e imprenditori che ancora domina la zona in un modo o nell’altro. Nella civilissima Lombardia nessuno si è preso subito le responsabilità, perché si sono riscoperti simili a quelli che chiamano terroni: bravi a prendere soldi a ufo, pessimi nel caricarsi le responsabilità sulle spalle. Allora mentre nella tragedia riscopriamo un carattere comune a tutti gli italiani tra le alpi e l’Etna, forse è il caso di cercare nel modo giusto i responsabili del disastro: seguite i bonifici della funivia, perché fino a ieri i bonifici partivano di sicuro. Quindi per gli investigatori la pista dovrebbe essere facile da seguire. A mano che non fosse gestita in nero la funivia, tutti i pagamenti sono tracciabili. E i responsabili rintracciabili.