Che brutte le fake news sulla Moratti. Perché se ne pensi ciò che si vuole, ma la falsa notizia della nomina di Letizia Moratti ad amministratore delegato della società che deve gestire le Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026 è stata proprio brutta. Chiariamoci: lei può essere gradita o meno tanto agli elettori, quanto agli eventuali colleghi e alleati, ma le persone meritano rispetto. Quello vero. Nel senso che se qualcuno vuole buttare fuori da Regione Lombardia Letizia Moratti ha tanti modi, una fake news invece no. Perché ci dovrebbe essere una certa decenza che lega chiunque sieda nelle istituzioni. I confronti vanno bene, pure se accesi ed eccessivi, perché quando si parla di temi importanti è giusto anche lasciarsi andare nei modi. Ma mentire così spudoratamente ai giornalisti che si trovano (speriamo) inconsapevoli vittime di questa menzogna è veramente squallido. Se la Lega o chi per lei vuole saggiare le intenzioni morattiane, faccia la cortesia di tirare su il telefono e comporre un numero che i suoi capi conoscono benissimo. Ci sono limiti oltre i quali non si va e questo è uno di quelli. Potevano lasciare che le venissero ritirate le deleghe da Fontana, potevano pure prenderla a sberle e sarebbe stato comunque più dignitoso. Magari sconveniente e illegale, ma sicuramente più decente che sparare fake news. Anche perché se la politica ha indici di gradimento bassissimi è pure per queste azioni, così come i giornali hanno perso molta della loro credibilità perché nella fretta di redazioni sempre più ridotte ai minimi termini si sono fidati di politici malandrini. Ma invece di essere furbi, questi geni della politica hanno guadagnato un altro mezzo punto di simpatia per Moratti. Se nemmeno Attilio Fontana si era fatto turlupinare dall’opzione Olimpiadi invernali, perché avrebbe dovuto Moratti che è molto più nota, donna e pure molto più ricca? Le Olimpiadi invernali ormai è chiaro finiranno come i treni del ventennio fascista ed Expo 2015: si dirà che sono riuscite benissimo perché così dirà il governo. Chi oserà dissentire, magari mostrando come per Expo 2015 che l’esposizione ha aperto quando non era ancora finita, finirà ostracizzato e additato di nemicismo della patria e del progresso economico. Dunque perché una Moratti o qualcun altro dovrebbe rischiare? Ci vorrebbe un Sala dell’epoca, qualche tecnico disposto a sporcarsi le mani e la fedina penale in cambio del grande salto nella politica di primo piano.