Di seguito il discorso tenuto dal Sindaco di Milano Giuseppe Sala nel corso della cerimonia, tenutasi ieri mattina presso la Loggia dei Mercanti, in occasione della celebrazione del 76° anniversario della Liberazione.
Care e cari amici,
saluto e ringrazio tutte le partigiane e i partigiani, le associazioni, le istituzioni e tutti coloro che hanno scelto di essere qui oggi.
Oggi celebriamo la Festa della Liberazione. È una festa a cui sono particolarmente legato, perché descrive quel che siamo, come popolo, come cittadini, come membri di questa comunità.
L’identità milanese ha radici salde in quel giorno di libertà. In quel giorno in cui il sacrificio di tanti cittadini ha dato i suoi frutti. Frutti di democrazia per tutti, di pace per tutti, di speranza per tutti.
Milano è una città di libertà. A Milano da sempre vivono donne e uomini diversi per provenienza, orientamenti, cultura, ma uniti nella difesa ferma della libertà.
La Resistenza, figlia di questa tradizione, a sua volta si è formata con il contributo di tante componenti, ma tutte unite dalla passione per la libertà.
Dopo tanti mesi di sacrifici per combattere la terribile pandemia che ci ha colpiti, è davvero bello ritrovarci insieme in questo luogo. Un luogo simbolo della Milano antifascista, dove sono scolpiti i nomi di centinaia di partigiani morti nella lotta di Liberazione.
Purtroppo anche quest’anno non abbiamo potuto sfilare tutti insieme in una grande manifestazione di popolo, ma sono sicuro che presto potremo tornare a festeggiare il 25 Aprile e gli altri momenti cruciali della nostra storia tutti insieme in piazza.
Le limitazioni che abbiamo dovuto sopportare, anche quelle più difficili da accettare, non sono state però una limitazione della nostra libertà.
Sono state al contrario l’affermazione di un principio di solidarietà, di tutela verso i più deboli, di attenzione al bene comune, che ci qualifica come società libera e democratica.
Oggi, a settantasei anni dalla Liberazione, siamo infatti più liberi che mai. In questi mesi abbiamo dimostrato di essere un popolo democratico, maturo, alla ricerca di formule per superare egoismi e individualismi in nome del bene comune e della sicurezza di chi è più fragile.
Certo, sappiamo che le ragioni dell’odio, della violenza, dell’intolleranza – quelle che hanno dato vita al fascismo – sono ancora presenti in Italia, come in Europa e nel mondo.
Ma sappiamo anche che abbiamo gli strumenti e la cultura per combatterle. Abbiamo la forza e la volontà per impedire che tornino a portare morte e sofferenza.
Lavorare per creare consapevolezza, per diffondere conoscenza, per fare memoria tra i giovani – non solo tra loro -, per mantenere alta la vigilanza democratica contro ogni tentativo di resuscitare quel passato di morte, è un compito inderogabile delle istituzioni, del mondo della cultura, della politica, delle Forze dell’ordine, della magistratura, di ognuno di noi.
Pochi giorni fa la senatrice Liliana Segre è stata nominata Presidente della Commissione contro l’odio e il razzismo: è un segnale straordinario della volontà del nostro Paese di mantenere saldi i principi su cui si fonda la nostra democrazia. Voglio approfittare di questa celebrazione per ringraziare a nome di tutti i milanesi Liliana Segre e augurarle buon lavoro; noi siamo e saremo sempre al suo fianco!
La Resistenza rappresenta uno dei momenti più alti e più nobili della nostra storia: con la Resistenza gli italiani hanno saputo riscattare la vergogna e il disonore che il fascismo aveva gettato sull’Italia, mostrando alle altre nazioni il volto civile e umano del nostro Paese.
Non dobbiamo dimenticare che la Liberazione è stata anche il risultato della lotta di tanti popoli e nazioni diverse. La cacciata dei nazifascisti è avvenuta grazie al sacrificio di migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo: inglesi e americani, ebrei e polacchi, e tanti altri ancora.
Quella battaglia comune per sconfiggere il terrore fascista è stata un esempio di unità e di solidarietà tra nazioni che oggi, in un’epoca di tensioni crescenti, in un mondo ancora travagliato dall’emergenza sanitaria, deve essere riscoperta e valorizzata.
Oggi il mondo sta affrontando una sfida difficile. La pandemia ha mostrato le nostre debolezze e ha messo in ginocchio Paesi grandi e piccoli, ricchi e meno ricchi. Questa crisi ha mostrato in modo drammatico, nella sua tragicità, come il destino di popoli diversi e di nazioni anche lontane tra loro sia ormai indissolubilmente saldato.
Questo vale per tutte le grandi questioni che interrogano la contemporaneità. Penso in particolare alla questione ambientale, che considero una delle sfide maggiori del nostro tempo: una sfida epocale che può essere vinta solo attraverso la collaborazione e l’unità di intenti di tutti i popoli della Terra.
Nella collaborazione, nella pace tra i popoli, nell’impegno concreto per una nuova fase di rinascita risiede oggi il senso più attuale della Festa della Liberazione.
Il 25 aprile ci insegna ad essere uniti: tra italiani e tra popoli del mondo.
Soprattutto, il 25 aprile ci insegna ad essere “partigiani”: a schierarci, ad agire, ad essere protagonisti del cambiamento. Il 25 aprile ha ancor più senso se trasformiamo le conquiste di allora in spinta verso una società migliore, se intraprendiamo una direzione di marcia verso un futuro di dignità e di libertà per nostri figli, come fecero i partigiani.
Le parole d’ordine sono le stesse di allora: democrazia, libertà, diritti, giustizia, equità.
Sono valori che dobbiamo declinare e interpretare nella prospettiva di oggi.
Pensiamo alla giustizia, che in un mondo sempre più diseguale, dev’essere innanzitutto giustizia sociale: l’obiettivo deve essere una società più equa, dove tutti hanno davvero pari di opportunità.
Pensiamo ai diritti, come quello di poter essere finalmente se stessi, ciascuno con le proprie inclinazioni e le proprie aspirazioni individuali.
Pensiamo al diritto, fondamentale, di poter vivere in un ambiente sano, a misura di essere umano. E pensiamo naturalmente alla libertà a cui dedichiamo questa giornata di festa.
La Resistenza è stata l’azione di forze diverse unite in uno slancio di libertà, nella voglia di ripartire verso un futuro più felice e più giusto per tutti. Oggi è il tempo di una nuova Liberazione, di una nuova ricostruzione. È tempo di una nuova generosità, di impegno e di partecipazione.
Siamo tanti, diversi, ma dobbiamo essere uniti nel desiderare un’Italia nuova e più bella, da costruire insieme.
Viva il 25 aprile! Viva la Liberazione! Viva la Resistenza! Viva l’Italia!