Ci sarà un secondo giorno della Liberazione? Perché passate le consuete e ripetitive polemiche sul 25 aprile, a breve sapremo se avremo un secondo giorno della liberazione: in questi giorni infatti il governo tra una guerra e altre emergenze sta valutando se togliere tutte le restrizioni. Un momento che fa tremare i polsi a tantissimi, perché il timore vero che striscia lungo la schiena di tutti noi è che sia l’ennesima delusione. Per anni abbiamo tirato avanti credendo ai governi che dicevano “questo è l’ultimo sforzo”, “pochi mesi e ne siamo fuori”, ma poi erano delusioni su delusioni. Perché questi politici dell’era moderna non hanno capito che se anche vinci nel breve periodo la battaglia per rispettare le trimestrali delle agenzie americane, nel medio lungo minare la fiducia di un popolo vuol dire perdere molto di più che la tenuta dell’economia. Il giorno infatti che dovesse crollare definitivamente Wall Street l’umanità si sveglierà lo stesso, ma se avrà distrutto fino all’ultimo legame di fiducia negli altri sarà una vera jungla. Altrimenti, si troverà comunque un domani. Invece negli ultimi due anni si è colpito al cuore ogni singolo italiano che si è impegnato per sé ma anche per gli altri. Abbiamo avuto fiducia. Mugugnando, lamentandoci, ma a testa bassa abbiamo fatto tutto quello che ci è stato richiesto. E ora di fronte all’ultima promessa di riprendere la già triste vita vissuta prima del Covid, la domanda se ci sarà un secondo giorno della Liberazione assume connotati tutti nuovi. Quasi minacciosi. Perché anche nell’anima di un popolo dal cuore grande c’è posto per un numero finito di pugnalate.