26 Maggio 2020

Computer della procura in tilt, si teme un problema serio

Per un guasto informatico a una centralina del palazzo di Giustizia di Milano, da domenica sera è in corso un blackout informatico in vari uffici che si trovano sul lato che si affaccia su via Manara e in particolare in quasi tutti quelli della Procura. Da quanto si è saputo in gran parte delle stanze del quarto piano i computer sono in tilt e l’attività dei pm, che si svolge principalmente attraverso il web, è bloccata. I tecnici stanno lavorando per ripristinare la rete ma si parla di “un problema serio“. ANSA  

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Assistenti civici: ennesimo autogol di Beppe Sala

Assistenti civici: ennesimo autogol di Beppe Sala. Con la dichiarazione di appoggio all’idea del ministro Boccia di sguinzagliare 60mila volontari a controllare i comportamenti degli italiani il sindaco ha segnato l’ennesimo gol nella porta sbagliata: l’idea ha scatenato le ire di molti eletti e sostenitori del partito democratico (che resta l’appoggio politico più forte del sindaco), il Viminale che tramite un comunicato ha garbatamente sottolineato di averne saputo nulla prima né tantomeno di volerne sapere qualcosa dopo e infine tutti i milanesi che iniziano ad avere le tasche piene dei delatori da balconcino. Se c’è un sentimento comune è il fastidio per la tendenza a denunciare assembramenti di “cittadini impegnati”. Sala non ha capito che in certi quartieri questi delatori 2.0 non sono scesi in strada perché c’è chi li avrebbe rispediti in casa a ceffoni. E non perché siano tutti incivili in periferia, ma perché a volte non si ha voglia di spiegare a un tribuno auto eletto il perché si è in strada. Ora che Sala pianifica di mandare migliaia di questi soggetti, non vorremmo essere al suo posto: se succedesse qualcosa a queste persone la responsabilità sarebbe solo sua. E il rischio è alto perché il Viminale ha chiarito che gli agenti delle forze di polizia non dovranno subire altri carichi di lavoro a causa degli assistenti civici, cioè: non pensate che la polizia scatti a ogni segnalazione di questa combriccola di smandrappati. Nello stesso tempo la stessa sinistra, Pd e non, sta contestando l’idea sulla piazza social. Mirko Mazzali, delegato dal sindaco alle Periferie e rappresentante della sinistra-sinistra, è noto per avere la battuta facile e ha scritto: “L’unica speranza è che il banco lo faccia Arcuri”. Riferendosi al disastroso commissario governativo per l’emergenza Covid, quello che aveva ordinato i tamponi ma non i reagenti. Stefano Indovino, candidato per la presidenza del Municipio 9 per il PD, è stato più diretto definendola una c…ata pazzesca. E via così: un grosso pezzo dell’elettorato e degli eletti dalla parte di Sala sono fortemente critici verso quest’idea. Ecco dunque come si sta manifestando l’idea degli Assistenti civici: ennesimo autogol di Beppe Sala. Da questa crisi il primo cittadino dovrebbe capire che chi gli cura la comunicazione ormai è bollito. Pochi giorni fa c’era stato un altro autogol, non risaliamo fino a Milano non si ferma per pietà: Sala aveva affidato la città alla Madonnina, chiaro tentativo di seguire la fase liturgica di Salvini. Solo che l’effetto è stato di inimicarsi tutti i cattolici di sinistra che disprezzano Salvini proprio per il tentativo di arruolare alla sua causa la Madonna. Insomma un disastro. Il centrodestra per ora sembra andarci morbido, salvo qualche esempio. Ma forse la strategia migliore per liberarsi di Sala è proprio questa: lasciar fare a lui e ai suoi consulenti della comunicazione. Da soli stanno svolgendo perfettamente il ruolo di opposizione. Si prendono a sberle da soli come certi romani in Asterix o i cattivi nei film di Bud Spencer e Terence Hill. Forse i decisori potrebbero escogitare una formula così contro il personaggio Sala: non presentare un candidato ma un’idea generale di città sostenuta da una coalizione. Tanto il sindaco durante la campagna elettorale non parla né del suo avversario diretto, né con lui. Dunque perché presentare una figurina? Non serve: Sala si batte da solo.  

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Muore per overdose, denunciato il fidanzato

Sabato mattina la Polizia di Stato ha indagato in stato di libertà un 42enne italiano per il reato di morte come conseguenza di altro delitto, e per detenzione e spaccio di stupefacenti unitamente ad altri tre italiani pluripregiudicati di 49 53 e 48 anni. L’indagine dei poliziotti del Commissariato Sempione ha avuto inizio quando lo scorso 5 dicembre 2019, in via Caracciolo a Milano, è stato ritrovato il cadavere di una 20enne cittadina russa all’interno di un camper, risultato essere di proprietà del 42enne, fidanzato della donna ed utilizzato dallo stesso come base per la sua attività di spaccio di sostanza stupefacente. Il referto autoptico ha accertato come la morte della donna fosse stata causata da un’ insufficienza respiratoria da intossicazione acuta dovuta ad assunzione di cocaina. Gli agenti della squadra investigativa del Commissariato Sempione, tramite l’analisi dei tabulati telefonici e altri strumenti investigativi, hanno accertato la presenza del 42enne al momento della morte della ragazza, alla quale avrebbe anche ceduto la dose letale. L’analisi delle celle telefoniche e dei contatti intercorsi tra le utenze della ragazza e del fidanzato ha inoltre fatto emergere una rete di spaccio gestita dai 4 soggetti denunciati, operativi nelle piazze tra la zona Giambellino e via Padova. Sabato mattina, gli agenti del Commissariato Sempione coadiuvati dai colleghi dell’ unità cinofila hanno dunque eseguito le perquisizioni domiciliari nelle abitazioni di 4 malviventi, a seguito delle quali sono state sequestrate 40 dosi di cocaina per un totale di 37 grammi, insieme a bilancini, materiale per il confezionamento della droga e diversi telefoni cellulari.  

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Arrestato spacciatore ottantatreenne

Sabato sera, la Polizia di Stato di Milano, nell’ambito di un mirato servizio antispaccio, ha arrestato per spaccio e detenzione di cocaina, un cittadino italiano 83enne. Le indagini condotte dagli agenti della Squadra Mobile hanno permesso di individuare, in via Fleming, un appartamento dove si spacciava cocaina. In particolare, intorno alle ore 22.00 di sabato scorso, nel corso di un servizio di osservazione, è stato visto arrivare un cittadino italiano il quale, dopo aver bussato alla porta dell’appartamento, è stato accolto da un uomo anziano che ha provveduto a chiudere immediatamente la porta. L’uomo è poi uscito subito dopo allontanandosi frettolosamente. E’ stato subito fermato dai poliziotti della Squadra Mobile che lo hanno trovato in possesso di una dose di cocaina appena acquistata per 40 euro. Gli agenti sono quindi entrati nell’appartamento identificando lo spacciatore 83enne. L’anziano, forse pensando che alla porta fosse un acquirente, all’atto del controllo stringeva tra le mani 4 involucri di cocaina di circa 3 grammi, caratterizzati dallo stesso confezionamento di quella rinvenuta addosso all’acquirente fermato poco prima. Oltre alla sostanza stupefacente sono stati sequestrati anche 600 euro in contanti, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento. L’uomo, arrestato per spaccio e detenzione di cocaina, annovera numerosi precedenti penali in materia di sostanze stupefacenti oltre che per furto, falso e detenzione abusiva di armi da fuoco. Nel febbraio del 2019 all’esito di una perquisizione domiciliare in quello stesso appartamento venne trovata una pistola semiautomatica calibro 7,65 risultata rubata occultata nei tubi dell’areazione. Nello stesso anno è stato arrestato altre due volte per spaccio di cocaina e sottoposto alla misura degli arresti domiciliari terminati a luglio.  

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