A che punto è la super Milano?

A che punto è la super Milano? Perché nei mesi e anni passati abbiamo parlato di tanti super progetti milanesi, ma la città sembra aver perso per strada lo slancio iniziato prima di Pisapia. Perché l’ultima stagione  meneghina di centrodestra è stata di fatto completata dalle giunte successive, un lato bellissimo di Milano dove l’Amministrazione pensa spesso prima al bene della città e poi agli interessi politici di parte. Ma ora? Qualcuno sa che fine hanno fatto le rinascite previste come reinventing cities? Perché a quanto risulta all’Osservatore siamo un tantino fermi su tutti i fronti. Le stesse metropolitane sono state sventolate a suon di annunci e gitarelle di giornalisti, ma poi sono rimaste chiuse per mancanza di soldi. Nessuno nel frattempo pare aver chiesto se il potenziamento di Malpensa poteva avere conseguenze sui quartieri di Milano. In fondo da via San Marco non passerebbero comunque. O al massimo a quote tanto alte da non sentirsi nemmeno dall’attico di un sindaco. Perché la super Milano passa sulla pelle di quelli che non contano un tubo. Può essere che le ossessioni mediatiche siano sempre le stesse? Cioè davvero il dibattito cittadino deve essere sterilizzato sulle risse nei luoghi dedicati al cazzeggio alcolico? Cosa c’è da stupirsi se le uniche attività che paiono potersi aprire a Milano sono birrerie e ristoranti e poi la città è piena di ubriachi molesti e violenti? Apriamo le porte ufficialmente senza organizzare dei veri percorsi sociali di inserimento e poi ci stupiamo se i poveri vanno a rubare o rapinano i fighetti che pagano una birra 8 euro a boccale? Duole dirlo, ma ci manca Pierfrancesco Majorino. Quello almeno come assessore ai Servizi Sociali lavorava. E faceva lavorare chi accoglieva  con le pulizie delle sponde dei Navigli. Massimizzava le risorse a disposizione non solo per produrre un certificato di regolarità di chi arrivava dall’estero senza soldi. Gli cercavano posti, lavori, insomma nel limite del possibile creava percorsi. Oggi invece gli unici percorsi sono le piste ciclabili. Le piste ciclabili maledizione. Uno degli interventi più inutili della storia amministrativa italiana. Validi giusto per i figli dei ricchi che vogliono vivere nelle case di Nolo con la barba finto lunga. Gente da infilare forzatamente nei dormitori con chi la barba lunga ce l’ha perché non può permettersi il barbiere. L’influenza di questi personaggi ridicoli e culturalmente pericolosi ha creato una città senz’anima ma con tanti meme e politici mezze tacche. Meglio i Majorino. Gente che parlava di zingari e gente ai margini ma poi la frequentava pure. Almeno era un vero avversario per la destra. Non questa poltiglia con lo spessore culturale di una carta da gioco. Oggi non sappiamo nemmeno a che punto è la super Milano, perché un conto sono i sorrisetti su “insta” e gli annunci che la stampa non verifica. Un conto è lavorare. Qui gli unici progetti che si portano avanti sono le residenze per le delegazioni delle Olimpiadi invernali, cioè quartieri senza servizi adeguati che vengono edificati velocemente e in deroga alla normalità per poi essere rivenduti a peso d’oro agli allocchi  di turno. Ma tutto il resto?