26 Maggio 2022

Bovisa: festa di quartiere per socializzare

Concerti, spettacoli, yoga, sfilate, tarocchi, grafologia, trattamenti osteopatici, letture, giochi, laboratori di ogni tipo, dalla fotografia alla pittura: non si vende e non si compra niente a ‘Via dolce via’, la festa organizzata da cittadini, artigiani, commercianti e associazioni dei quartieri di Dergano e Bovisa che torna sabato 28 maggio dopo due anni di assenza. Sono oltre 60 le realtà e le singole persone che si sono iscritte per partecipare con una postazione fissa, oppure itinerante, lungo le vie che si trovano nel cuore di Dergano, per raccontare e condividere attività, idee, progetti, competenze, obiettivi. Perché solo con la condivisione della socialità – spiegano i promotori – si crea una rete di relazioni positiva all’interno di un quartiere, scopo per cui l’associazione “Via dolce via” è nata nel 2014. Ad aprire la festa, alle 15, una parata di percussionisti e trampolieri. Nel pomeriggio musica popolare dal vivo, interviste in diretta sulla nuova web radio del quartiere, ritmi latinoamericani ed elettronica ad accompagnare sfilate degli atelier degli artigiani di zona. E poi laboratori poetici, workshop di riciclo di vecchie t-shirt, l’angolo del baratto per i bambini, laboratori di eco-printing , cargobike che invitano a lanciare ‘bombe di semi’ in giro per il quartier, ma anche una “Ciclofficina Volante” per chi vuole riparare la propria bicicletta. Non manca la solidarietà: il collettivo DergaNOborders allestisce lo spazio “Una mano tira l’altra” con vestiti usati che le persone possono indossare per farsi una foto e promuovere le attività del Rishop, il bazar solidale del centro sociale Rimake per donne, bambini e ragazzi in fuga dalla guerra. E poi il negozio dove lavorano persone con disabilità cognitiva, che offre degustazioni di prodotti biologici o a filiera corta, mentre allo ‘Yogic Help’ – lo sportello di ascolto, ispirato a Sally dei Peanuts – un’insegnante di yoga offre la sua consulenza.

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Aggressioni in Duomo: arrestato un altro ragazzo

E’ stato arrestato un altro ragazzo nell’inchiesta della squadra mobile di Milano, coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, sulle aggressioni sessuali in piazza del Duomo nella notte di Capodanno. Si tratta di Abdel Fatah, nato nel 2003 e che vive a Milano, per il quale i pm avevano chiesto la misura cautelare in carcere rigettata dal gip e poi riconosciuta dal Riesame. Oggi è arrivata la bocciatura del ricorso della difesa in Cassazione e, a quanto si è appreso, il provvedimento per violenza sessuale di gruppo è stato eseguito. E’ il terzo maggiorenne arrestato nell’indagine, assieme a 2 minorenni. Il 7 marzo il Riesame di Milano, accogliendo il ricorso dei pm dopo il no del gip, aveva deciso che anche nei confronti del 19enne Fatah andasse applicata la custodia in carcere e in particolare per il caso più grave emerso nell’inchiesta, quello dello stupro ai danni di una coetanea vicino a via Mazzini, la cui aggressione era stata documentata da un video finito sul web. ANSA

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Ibrahimovic: 6 mesi senza un legamento

“Negli ultimi sei mesi ho giocato senza un legamento crociato anteriore nel ginocchio sinistro”: Zlatan Ibrahimovic su Instagram racconta apertamente dei suoi problemi fisici che non gli hanno permesso di poter dare il suo contributo in campo, come avrebbe voluto. “Il ginocchio gonfio era da sei mesi. Ho potuto allenarmi con la squadra solo 10 volte negli ultimi sei mesi. Ho effettuato più di 20 iniezioni – racconta – in sei mesi. Ho svuotato il ginocchio una volta alla settimana per sei mesi. Antidolorifici ogni giorno per sei mesi. Ho dormito a malapena per sei mesi a causa del dolore. Non ho mai sofferto così tanto dentro e fuori dal campo. Ho reso qualcosa di impossibile a qualcosa di possibile. Nella mia mente avevo un solo obiettivo, rendere i miei compagni di squadra e allenatore campioni d’Italia perché ho fatto loro una promessa. Oggi ho un nuovo legamento crociato anteriore e un altro trofeo”. ANSA

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Milan: Investcorp abbandona trattativa

Mohammed Al Ardhi, a capo di Investcorp, fondo di investimenti del Bahrain che aveva avanzato un’offerta per l’acquisto del Milan, conferma su Twitter la fine della trattativa. “Abbiamo discusso con Elliott su un potenziale investimento nell’AC Milan. Come può succedere in questi casi – scrive – non è stato raggiunto un accordo commerciale e abbiamo deciso di comune accordo di chiudere i colloqui”. In trattativa ora c’è solo RedBird azienda statunitense che avrebbe valutato il club rossonero per un miliardo e 300 milioni di euro. Le parti sarebbero molto vicine a chiudere, con Elliott che potrebbe restare con una quota di minoranza ANSA

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Centro polifunzionale d’emergenza e Nucleo volontari a cavallo: taglio del nastro all’Idroscalo di Milano

Centro polifunzionale d’emergenza e Nucleo volontari a cavallo: taglio del nastro all’Idroscalo di Milano. La Città metropolitana di Milano ha inaugurato il nuovo Cpe, finanziato da Regione Lombardia, col valore aggiunto dell’attività di ricerca persone scomparse a cura delle Giacche Verdi. Un nuovo Centro polifunzionale d’emergenza, con l’eccellenza del Nucleo volontari a cavallo, è stato inaugurato nel tardo pomeriggio di martedì 24 maggio, all’Idroscalo di Milano. Un’iniziativa, firmata Città metropolitana di Milano, frutto di un progetto di rete, che vede coinvolte Prefettura, Questura, l’associazione Giacche Verdi Lombardia, il Comitato di Coordinamento del Volontariato di Protezione Civile, e che conta sull’importante finanziamento, da circa 1,5 milioni di euro, di regione Lombardia, per gli interventi strutturali. Un progetto importante che va a consolidare e istituzionalizzare la collaborazione già avviata da tempo all’Idroscalo, sede del CCV-MI, che, grazie ad una scelta mirata e ad un contributo economico sostanzioso, ha permesso di strutturare circa 4000 mq in zona Riviera est a disposizione dei volontari. Una vera sede operativa, articolata per rispondere a tutte le necessità del CCV-Mi che da qui coordinerà tutte le attività di prevenzione e soccorso, facendo da regia per l’attività di Protezione civile nell’area metropolitana (133 Comuni). Un progetto articolato, con nuclei dedicati e specializzati al servizio delle attività di soccorso, quali le unità cinofile, il Nucleo sommozzatori e il Nucleo volontari a cavallo. E proprio quest’ultimo è stato protagonista dell’evento di martedì 24, che ha visto protagonisti, oltre alle autorità civili della Città metropolitana di Milano, della Regione Lombardia, di Prefettura (presente il prefetto Renato Saccone) e della Procura (presente Alessandra Dolci della Direzione Distrettuale Antimafia) anche l’associazione Giacche verdi Lombardia, guidata dal presidente Giuseppe Scabioli, che da anni è presente nel Parco del “mare di Milano” e che, grazie alla nascita del Cpe, vede istituzionalizzare la sua attività. “Siamo orgogliosi di poter dare una veste istituzionale ad una importante collaborazione con le Giacche Verdi, che ringraziamo – spiegano la vicesindaca e i consiglieri delegati della Città metropolitana di Milano al’Idroscalo e alla Protezione civile – La loro attività si è rivelata spesso fondamentale per il ritrovamento di persone scomparse e, ora, è un valore aggiunto per questo Cpe, permettendo una risposta tempestiva alle chiamate di soccorso e diventando un punto di riferimento per i tanti giovani, ce lo auguriamo, che decideranno di mettersi a disposizione della Protezione civile. Mettere in rete risorse umane, mezzi e competenze, sotto la regia del CCV-Mi è fondamentale. Il nostro Idroscalo è la sede perfetta per questo ambizioso scopo”.  Soddisfazione anche per Maria Cristina Pinoschi, Vice Direttrice della Città metropolitana di Milano e Direttrice dell’Istituzione Idroscalo, che ha tenuto a battesimo il nuovo Cpe: “Grazie alla sinergia messa in atto tra istituzioni e terzo settore abbiamo potuto riorganizzare uno spazio importante dell’Idroscalo, destinandolo ad una attività fondamentale e all’avanguardia. La presenza dei volontari non solo tutela il parco stesso, ma è un vero e proprio valore aggiunto che trasforma l’Idroscalo in un punto di riferimento territoriale per la prevenzione e il soccorso. Da qui si coordineranno le attività di ricerca delle persone scomparse con volontari a cavallo perfettamente addestrati, su richiesta degli organi competenti”. Partner di questo progetto l’associazione Giacche Verdi Lombardia, che festeggia quest’anno il suo 30esimo compleanno con l’istituzionalizzazione di una sinergia che si è rivelata strategica. Sono numerose le chiamate di intervento che i volontari ricevono dalla Prefettura, in caso di persone scomparse in zone poco antropizzate o boschive. Un’ottantina i volontari che operano all’idroscalo, una ventina i cavalli a disposizione per le attività di soccorso, tutti animali sottratti a maltrattamenti o sequestrati alla criminalità organizzata. Da tempo l’associazione tiene corsi di addestramento a cavallo per imparare a condurli in ambienti boschivi, vicino ai corsi d’acqua, tutte attività che si prestano particolarmente al soccorso di persone scomparse. Grande risposta dei giovani e delle donne, che sono il 75% del gruppo volontario.

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A che punto è la super Milano?

A che punto è la super Milano? Perché nei mesi e anni passati abbiamo parlato di tanti super progetti milanesi, ma la città sembra aver perso per strada lo slancio iniziato prima di Pisapia. Perché l’ultima stagione  meneghina di centrodestra è stata di fatto completata dalle giunte successive, un lato bellissimo di Milano dove l’Amministrazione pensa spesso prima al bene della città e poi agli interessi politici di parte. Ma ora? Qualcuno sa che fine hanno fatto le rinascite previste come reinventing cities? Perché a quanto risulta all’Osservatore siamo un tantino fermi su tutti i fronti. Le stesse metropolitane sono state sventolate a suon di annunci e gitarelle di giornalisti, ma poi sono rimaste chiuse per mancanza di soldi. Nessuno nel frattempo pare aver chiesto se il potenziamento di Malpensa poteva avere conseguenze sui quartieri di Milano. In fondo da via San Marco non passerebbero comunque. O al massimo a quote tanto alte da non sentirsi nemmeno dall’attico di un sindaco. Perché la super Milano passa sulla pelle di quelli che non contano un tubo. Può essere che le ossessioni mediatiche siano sempre le stesse? Cioè davvero il dibattito cittadino deve essere sterilizzato sulle risse nei luoghi dedicati al cazzeggio alcolico? Cosa c’è da stupirsi se le uniche attività che paiono potersi aprire a Milano sono birrerie e ristoranti e poi la città è piena di ubriachi molesti e violenti? Apriamo le porte ufficialmente senza organizzare dei veri percorsi sociali di inserimento e poi ci stupiamo se i poveri vanno a rubare o rapinano i fighetti che pagano una birra 8 euro a boccale? Duole dirlo, ma ci manca Pierfrancesco Majorino. Quello almeno come assessore ai Servizi Sociali lavorava. E faceva lavorare chi accoglieva  con le pulizie delle sponde dei Navigli. Massimizzava le risorse a disposizione non solo per produrre un certificato di regolarità di chi arrivava dall’estero senza soldi. Gli cercavano posti, lavori, insomma nel limite del possibile creava percorsi. Oggi invece gli unici percorsi sono le piste ciclabili. Le piste ciclabili maledizione. Uno degli interventi più inutili della storia amministrativa italiana. Validi giusto per i figli dei ricchi che vogliono vivere nelle case di Nolo con la barba finto lunga. Gente da infilare forzatamente nei dormitori con chi la barba lunga ce l’ha perché non può permettersi il barbiere. L’influenza di questi personaggi ridicoli e culturalmente pericolosi ha creato una città senz’anima ma con tanti meme e politici mezze tacche. Meglio i Majorino. Gente che parlava di zingari e gente ai margini ma poi la frequentava pure. Almeno era un vero avversario per la destra. Non questa poltiglia con lo spessore culturale di una carta da gioco. Oggi non sappiamo nemmeno a che punto è la super Milano, perché un conto sono i sorrisetti su “insta” e gli annunci che la stampa non verifica. Un conto è lavorare. Qui gli unici progetti che si portano avanti sono le residenze per le delegazioni delle Olimpiadi invernali, cioè quartieri senza servizi adeguati che vengono edificati velocemente e in deroga alla normalità per poi essere rivenduti a peso d’oro agli allocchi  di turno. Ma tutto il resto?

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