Perché è importante la sfida di Sesto San Giovanni tra Di Stefano e Foggetta. Si tratta della sfida più importante per le elezioni nella città metropolitana. Primo perché il centrodestra potrebbe segnare un punto importante nelle competizioni elettorali, sebbene nella parte più alta dell’ombra della Madonnina. E non è poco: da anni rimedia sconfitte se non disfatte come l’ultima elezione milanese in cui Beppe Sala poteva pure evitare di correre tanto avrebbe vinto lo stesso. Poi c’è un tema di numeri: al primo turno il vantaggio di Di Stefano era di dieci punti percentuali, se dovesse perdere sarebbe un vero disastro non solo per la dimensione locale: primo sarebbe la dimostrazione che la vittoria della destra a Sesto è stato un incidente di percorso, secondo le prospettive per le regionali del 2023 sarebbero ancora più nere per il centrodestra. Perché il rilancio della sinistra metropolitana potrebbe galvanizzare molto le truppe rosse e arancioni. In tutto questo scenario va aggiunto il non secondario tema della Lega: Matteo Salvini sta perdendo sempre le sfide importanti. La sua Lega va sempre bene come risultati matematici, anche perché il confronto con il 4 per cento a cui l’ha presa è in un certo senso favorevole a chi nasconde le debacle, ma non vince le competizioni importanti. Questa volta un suo uomo vincente sarebbe la conferma che la nuova Lega è la strada giusta: Di Stefano è infatti un esempio di un nuovo leghismo, molto meno legato alla tradizione di bossiana memoria. E Salvini così potrebbe prendere fiato nel mezzo di un partito in crisi interiore da anni. Ecco perché è importante la sfida di Sesto San Giovanni tra Di Stefano e Foggetta. Sarebbe già rilevante perché si tratta di una città grande per le dimensioni medie italiane, ma dietro al confronto c’è una serie di equilibri molto complessi che potrebbero aiutare anche a definire i pesi delle coalizioni per decidere chi sarà a correre per la presidenza di Palazzo Lombardia.