“Mi sono messa nei panni dei genitori del piccolo Alex e ho sentito il dovere di assumermi questa responsabilitaà. Lo racconta Costanza, una studentessa di 22 anni di Economia e lingue, ancora in fila insieme a un altro centinaio di persone in piazza Sraffa, per iscriversi nella lista dei donatori di midollo osseo, in una gara di solidarietà per salvare Alessandro, un bimbo di un anno e mezzo che ha una malattia genetica rara. Il piccolo, affetto da linfoistiocitosi emofagocitica, è nato e vive a Londra, dove lavorano i suoi genitori italiani, il papà Paolo Montresor, veneto, e la mamma, Cristiana Console, napoletana.
All’evento di ieri di Admo, l’associazione donatori di midollo osseo, hanno partecipato tra ieri e oggi circa 500 persone. “Grazie alla notizia del caso del piccolo Alex abbiamo avuto una partecipazione straordinaria – ha commentato Mirko Antonioli, consigliere regionale e volontario dell’associazione – e il numero di partecipanti si eè quasi quintuplicato rispetto all’anno scorso“.
I donatori hanno compilato un modulo, hanno parlato con un medico col compito di valutare la loro idoneità e infine si sono sottoposti a un prelievo di sangue. Il campione verrà analizzato nei prossimi giorni per essere poi inserito in un registro nazionale, che oggi conta circa 400 mila iscritti.
Alla fine della coda c’e’ anche Stella, una ragazza di 28 anni studentessa e lavoratrice. Anche lei, aspettando pazientemente il suo turno, commenta: “ho avuto una esperienza personale simile, per questo sono corsa qui appena ho letto“. Da Admo, che all’evento di oggi è stata supportata dall’associazione ‘students for umanity’ e’ arrivato infine un appello: “Il caso di Alessandro sicuramente ha mosso le coscienze, ma chiediamo di rimanere a disposizione e di partecipare anche l’anno prossimo“.