“Sono passati, solo, 58 giorni dall’apertura del Cpr di via Corelli a Milano ed oggi il sindacato di Polizia Sap denuncia, dopo i disordini del 12 ottobre u.s. e del 20 novembre u.s., la sua parziale inagibilità”, commenta così l’ex vice l’Assessore regionale alla sicurezza Riccardo De Corato in merito a quanto denunciato dal Sap in seguito alla rivolta dei detenuti del Cpr di via Corelli avvenuta lo scorso 20 novembre.
“Mi auguro che il Questore ascolti le richieste del sindacato di polizia SAP. Il Centro per i rimpatri deve essere visto e concepito come un carcere che precede l’espulsione e non certo come un luogo di villeggiatura in attesa del rimpatrio – aggiunge De Corato – Coloro che vi soggiornano sono quasi tutti extracomunitari con precedenti penali che a continuare a comportarsi da balordi non hanno nulla da perdere. Per questo il loro soggiorno deve essere concepito come un arresto e non come un momento di aggregazione e riabilitazione. Queste rivolte delineano con chiarezza i personaggi con i quali hanno a che fare i poliziotti, ai quali esprimo la mia vicinanza e gratitudine“.
“Quasi tutti i Cpr sono stati teatri di rivolte. Ora è assolutamente necessario ascoltare le richieste del Sap a cominciare da quella riguardante la sicurezza degli operatori, le stanze di isolamento per il Covid e l’indifferibile urgenza di mettere in sicurezza le tre aree devastate dai delinquenti rivoltosi. Il Governo sta per mettere mano al decreto sicurezza con l’intento di regolarizzare oggi il maggior numero possibile di clandestini. In tutto ciò, l’unica cosa positiva che emerge è la disciplina processuale per i delitti commessi nei Cpr. La nuova norma prevede, infatti, – conclude De Corato – la flagranza differita che consentirà alle forze dell’ordine di procedere all’arresto entro 48ore dai fatti, anche sulla scorta di documentazione video e fotografica”.