Mostarda, il candidato commissario che crede alle fake news. Sui social è già partito il tam tam: quello che doveva essere il candidato a diventare commissario per la Calabria è tra quelli che hanno creduto alla bufala di poter imporre a Facebook una policy di trattamento dei dati scrivendo un post su Facebook. Farebbe ridere se non fosse un manager pubblico, per di più candidato a fare il commissario. Ma per una volta i social sono stati persino più lenti della politica: pure il nome di Mostarda, il candidato commissario che crede alle fake news, è saltato ancora prima di essere nominato. Ai suoi predecessori era andata meglio: almeno un breve periodo da commissari lo avevano svolto. Ma la vicenda è diventata ormai una vergogna nazionale. Il primo a saltare, ex generale dell’Arma dei Carabinieri, ha subito chiarito che sarebbe stata una faccenda triste: dopo aver perso la nomina per una bellissima intervista dei giornalisti di Rai 3, ha voluto rilasciarne un’altra in cui sosteneva di essere stato drogato o comunque di “non essere sè stesso”. Il suo successore è saltato quasi subito per un video in cui sosteneva che la mascherina è inutile. Il terzo non è nemmeno stato nominato, ma ha rinunciato “perché mia moglie non vuole vivere a Catanzaro”. Il quarto e pure il quinto sono saltati nel Consiglio dei Ministri di due giorni fa. L’unico ad avere un mezzo incarico che regge è Gino Strada. A questo punto il governo avrebbe dovuto ammettere la propria incapacità rimettendo il mandato, ma dopo un anno di poteri speciali forse la comunità italiana non è più in grado di prentenderle. Siamo in balia di un governo che ha di fatto rinunciato a governare su una parte d’Italia, perché piaccia o no i cittadini calabresi hanno pur sempre bisogno di assistenza e di godere dei pochi diritti civili rimasti a tutti gli italiani.