Alberti (M5S): “L’assessore Rizzoli e il malgoverno regionale sul lavoro”. Questa mattina si è tenuto al Broletto il convegno organizzato da Regione Lombardia e Provincia sul tema del lavoro e del rilancio dei Centri per l’impiego, al quale ha partecipato anche l’assessore al lavoro nonché vicepresidente della Regione Melania Rizzoli. Era presente tra il pubblico anche il consigliere regionale del M5S Ferdinando Alberti. «Non era permesso intervenire dal pubblico. Avrei voluto farlo per rettificare parecchie affermazioni del tutto false o distorte dette dall’assessore. Prima di tutto – spiega Alberti – quella sul bando per aumentare il personale dei Centri per l’impiego. Rizzoli ha sì detto che è in corso una importante operazione di potenziamento dei CPI, ma non ha specificato che il bando per 1300 nuovi dipendenti è stato aperto oltre due anni fa e non è ancora stato concluso. E questa lungaggine è una vergogna tipica della Regione che da sempre rimanda tutto a date da destinarsi».
«Se oggi abbiamo 1000 professionisti in più nei Cpi, grazie ai quali si possono portare avanti tutte le politiche attive, è solo grazie ai fondi stanziati dai Governi Conte uno e due. La Rizzoli si è ben vista dal ricordare questo passaggio fondamentale. L’assessore avrebbe fatto bene a raccontare la verità che è quella che Regione è stata ed è, come da sempre, in un incredibile ritardo visto che per organizzare un bando e chiudere il suo ciclo non è possibile impiegare 2 anni. Se l’assessore si fosse svegliata prima i Cpi lombardi non avrebbero avuto per anni una dotazione di sole 300 persone. Un numero assolutamente insufficiente per le esigenze di una regione così grande e produttiva come la Lombardia».
«Rizzoli avrebbe dovuto dire grazie al governo Conte, anche per il programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL) contenuta nel Pnrr. Sarebbe stato istituzionalmente corretto ricordare davanti a tutti i presenti, che la profilazione delle 80 mila persone richieste dalla manovra è stata possibile solo grazie al Governo a trazione 5 Stelle che ha ottenuto i miliardi del PNRR».
«Resta comunque un bene il fatto che finalmente la Regione, tramite le parole del suo assessore, abbia riconosciuto ai Cpi il ruolo centrale delle politiche attive anche per la Lombardia. Attenzione però a non relegare i Cpi a centri di raccolta informazioni dei profili delle persone che vi accedono e nulla più, tralasciando la più importante funzione di collocamento e formazione che fanno altri soggetti come il privato. Il M5S da sempre sostiene invece la collaborazione tra pubblico e privato, ma non sbilanciata a favore di quest’ultimo, cosa che invece la Regione fa. Il pubblico deve mantenere le funzioni di coordinamento, programmazione e pianificazione con i Cpi come punto di riferimento. Non a caso, proprio su questo tema, quando nel convegno è intervenuto Francesco Bertoli, segretario generale della CGIL di Brescia, che ha chiesto che anche la formazione e non solo il collocamento debbano essere in mano al pubblico e non al privato, è sceso il gelo in sala con il sottoscritto unico ad applaudire».
«L’ultimo tema trattato è stato quello del precariato e del lavoro povero. Tutti i dati attuali ci raccontano che anche in Lombardia il problema esiste ed è molto importante. Per risolvere le criticità Il M5S aveva emanato il “Decreto Dignità” che però non è stato rinnovato prima dal Governo Draghi e men che meno dall’attuale Governo Meloni. Regione Lombardia, come il Governo attuale, ha sempre fatto poco o niente rispetto a questo tema. Tra sei mesi o un anno, quando la bomba sociale inevitabilmente esploderà, come intenderanno intervenire i governanti del centro destra se non integrando il reddito di queste persone e quindi ripristinando i provvedimenti del governo Conte?»
«Rizzoli – conclude Alberti – oggi avrebbe fatto bene a risparmiarsi il suo comizio elettorale fatto di notizie false o raccontate a metà. Tutti avrebbero sicuramente preferito sentire cosa davvero non è stato in grado di fare il centrodestra in questi 5 anni di non-Governo in Regione Lombardia, anche per il settore del lavoro lombardo».