La preoccupante diffusione delle baby gang è un fenomeno sottovalutato. Sarà la crisi dei valori, della famiglia, della luna e del sole, ma in città si stanno diffondendo sempre di più gruppetti di ragazzi aggressivi e territoriali: l’ultima segnalazione è arrivata dal quartiere Donna Prassede. Una coppia è stata infastidita, per fortuna senza aggressioni fisiche, da un banda di ragazzi che rivendicavano il possesso della zona. Verrebbe quasi da ridere, se non ci fossero storie finite molto peggio. Sono raramente maggiorenni, spesso figli di immigrati o semplicemente di periferie socialmente degradate. Un’altra baby gang è attiva in zona Lambrate, dove secondo le segnalazioni di Lambrate Informata (a cui si deve l’immagine dell’articolo) si sono già resi responsabili di alcune aggressioni. I target di queste bande di giovanissimi sono coetanei o ragazzini ancora più giovani. Spesso si parla di furto di telefonini e i pochi beni in possesso di persone così giovani. A volte però spuntano fuori anche piccole armi da taglio. Una delle prime domande suscitate da episodi del genere è: di chi sono figli? Abbiamo già risposto prima: sono figli di immigrati e delle periferie. Quelle periferie su cui c’è molto da lavorare e non per forza con una bella piazza. Quelli sono interventi urbanistici buoni per una pagina sul Corriere Milano. Ci vuole un intervento sociale deciso e ampio: il fenomeno della preoccupante diffusione delle baby gang aumenta nei mesi estivi perché è il periodo in cui le scuole sono chiuse e questi ragazzi fanno parte di una fascia di popolazione che se va bene ha due settimane di vacanza. Per il resto del tempo sono intrappolati in una giungla d’asfalto con possibilità sempre minori di svago o di sfogo visto il ridursi progressivo dei servizi. Senza un investimento in questo senso da parte delle istituzioni cittadine, sarà difficile debellare questo fenomeno e in pochi anni ci troveremo con interi quartieri in cui non si può andare perché sono “zona” di qualcuno.