Con 27 voti favorevoli, 5 contrari e 4 astenuti, in Consiglio Comunale è stata approvata la delibera sugli ordini di allontanamento che la Giunta ha portato ieri in aula. Un voto che ha visto la maggioranza di Palazzo Marino spaccarsi per la prima volta su una delibera di Giunta, con l’ala sinistra dello schieramento rappresentata da Milano Porgressista, che ha votato contro il provvedimento. Assieme ai quattro consiglieri di Milano Progressista, il quinto voto contrario è stato quello del rappresentante di Milano in Comune, Basilio Rizzo. Ad astenersi, il consigliere del Partito Democratico, Carlo Monguzzi, il consigliere di Forza Italia, Alessandro De Chirico, Manfredi Palmeri della Lista Civica Parisi e Matteo Forte di Milano Popolare. I voti favorevoli hanno quindi visto una quasi inedita formazione composta daPartito Democratico, M5S, Lega, Forza Italia e Lista civica Beppe Sala.
Alla delibera sono stati presentati 182 emendamenti, ma solo due hanno passato il vaglio dell’Aula: uno del Partito Democratico per stralciare la dicitura sull’accattonaggio molesto e eliminare ambiguità su possibili allontanamenti nei confronti di chi chiede elemosina, e uno più generico di presa di posizione contro lo spaccio, proposto dalla consigliera leghista Laura Molteni. Con il passaggio della delibera, si ampliano le aree in cui la Polizia Locale potrà elevare ordini di allontanamento nei confronti di persone che abbiano atteggiamenti molesti che impediscano ai cittadini la fruizione di determinate aree. Oltre a 11 zone specifiche della città in cui sono stati individuati con maggiore frequenza, anche sulla base di un dialogo con il territorio da parte della Giunta, comportamenti molesti, vengono ora inserite nel Regolamento della Polizia Locale anche delle linee guida slegate dalla toponomastica: le zone individuate sono infatti quelle nel raggio di 100 metri da scuole di ogni ordine e grado, universitè, aree destinate a fiere e mercati, verde pubblico, ospedali, case di cura e cliniche e luoghi della cultura.
“Speravo di non dover fare questa dichiarazione di voto – ha detto in aula la capogruppo di Milano Progressista Anita Pirovano – perché è la prima volta che votiamo contro una delibera. Dietro al nostro dissenso non c’è tattica politica, ma nel merito questa delibera non ci convince da punto di vista dell’efficacia amministrativa“. Oltre a questo, ha proseguito Pirovano, “noi esprimiamo una contrarietà politica: noi crediamo che in questa fase storica in cui la sfiducia prevale sulla fiducia, continuare a sottolineare la differenza culturale e anche antropologica, non solo con la destra, ma con la Lega del ministro Salvini sia una cifra importantissima. Non pensiamo che il problema del Paese sino le Ong o un buonismo che noi non riusciamo a vedere, ma un cattivismo contro il quale dobbiamo essere un argine solido“. Per Basilio Rizzo, l’altro voto contrario dell’Aula, “con questa delibera si decide di intervenire nelle zone centrali e non nelle periferie. E’ un cedimento culturale che indirizza verso soluzioni contrarie a quelle che io avevo sperato“, ha spiegato definendolo “un errore politico molto profondo“.
Tra lo schieramento dei voti favorevoli, anche la Lega del capogruppo Alessandro Morelli, che non ha risparmiato comunque le sue stoccate al sindaco Sala: “Le zone rosse sono state inserite solo nel centro della cittù ed espunte dalle periferie per colpa del Pd, così come l’accattonaggio molesto che è fastidioso e a volte minaccioso – ha ricordato il leghista -. Nella delibera non vengono inseriti i tossicodipendenti, né le strade e le vie dove ci sono carovane rom. Nonostante lo stesso sindaco Beppe Sala avesse parlato a suo tempo di daspo per i Rom“, ha concluso Morelli, sottolineando la spaccatura interna alla maggioranza.
“Questo dibattito è stato una seduta di psicoanalisi della sinistra“, ha invece detto il capogruppo di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale, che ha spiegato come “questo timidissimo provvedimento sia però un primo passo a nostro avviso utile. Certo quando un governo di centro destra mettera’ più uomini in campo sarà ancora più efficace“. L’azzurro Alessandro De Chirico ha invece motivato la sua astensione spiegando “La delibera sul DASPO urbano approvata a Palazzo Marino è strutturata male e scritta peggio, al punto di essere contestata dall’estrema sinistra e sgradita al sindaco stesso” la maggioranza ha gestito il provvedimento “come fosse un fastidio necessario da sopportare giusto per dare un contentino ai milanesi“. “Una presa in giro ai cittadini che da anni chiedono maggiore sicurezza” secondo De Chirico che ha concluso . “Mi sono astenuto per rispetto dei milanesi che meritano più sicurezza e non questo provvedimento indegno”.
Tra i voti favorevoli anche il Pd, con il capogruppo Filippo Barberis che ha accusato l’opposizione di “dire menzogne” quando afferma che “non ci sono zone periferiche. Non è vero. C’è una rete capillare che non lascia scoperto nessun Municipio o area della città. Inoltre la delibera non persegue il disagio personale, ma alcuni tipi di condotte“.
“Con il via libera dato dal Consiglio Comunale possiamo adeguare il Regolamento di Polizia Urbana – ha detto Anna Scavuzzo, vicesindaco e assessore alla Sicurezza alla fine del dibattimento in Aula – e fornire indicazioni chiare agli Agenti di Polizia Locale. Non cambiano le tipologie di comportamenti che potranno essere oggetto di ordine di allontanamento, ma l’estensione a molte aree e contesti della città verrà spiegata con apposita comunicazione. Alla Prefettura invieremo il dispositivo e così anche alla Questura. Potremo quindi rafforzare gli strumenti già a disposizione della Polizia Locale e delle Forze dell’ordine per promuovere sicurezza in tutta la citta’. Ringrazio il Consiglio per il dibattito e per talune proposte di modifica che non rientrano oggi nell’elenco delle aree, ma che verranno monitorate con ancora maggiore attenzione“.