Tangenti Atm, Bellini nei verbali secretati: “Lo facevano in tanti”. Paolo Bellini è accusato di essere al centro di un sistema di tangenti sugli appalti Atm, in sostanza avrebbe preso un contributo fisso o saltuari da alcune società come Siemens, Hitachi e Alstom per aiutarle a vincere le gare d’appalto dell’azienda di trasporto pubblico di Milano. Suggerimenti sui prezzi, sui dettagli da specificare, insomma una consulenza interna. Illecita, ma diffusa, come testimoniato dallo stesso Bellini negli ultimi due interrogatori di luglio: “Con riferimento alla conoscenza da parte di Atm spa delle mie condotte di cui lei mi chiedeva conto nel precedente interrogatorio davanti al Gip (giudice per le indagini preliminari, ndr) , segnalo di avere, negli anni dal 2004 in poi, svolto attività per contro della Polaris di cui sono stato socio per circa tre anni fino al 2006. La Polaris era legato a Bonciani (oggi GCF) di cui possedeva il 10 per cento delle azioni, che operava in ATI con la Alstom nella gara poi vinta per il segnalamento della M1. Preciso che la mia attività per la Polaris era nota alla dirigenza Atm anche se, su consiglio del mio direttore Girardoni Francesco, non avevo chiesto formale autorizzazione ad Atm come da regolamento, necessaria per attestare profili di incompatibilità: questo del resto era un comportamento diffuso in Atm non solo mio come ebbe ad osservare lo stesso Girardoni. A questo proposito, ricordo che anche che nel 2006, il nuovo Dg Catania, al suo subentro, decise di verificare una serie di posizioni a campione; venne dunque a conoscenza della mia attività per la Polaris, me ne chiese conto e mi disse che non mi licenziava solo perché avevo già cessato il rapporto con tale società”. Frasi che lasciano a bocca aperta: mentre si sbatte Bellini su tutti i giornali come il responsabile del marcio in Atm, con l’azienda che parla di costituirsi parte civile contro gli ormai ex dipendenti, emerge una verità che conoscono bene gli architetti che lavorano con gli uffici pubblici: se vuoi che il tuo progetto passi senza ritardi eccessivi, il metodo consolidato è di offrire una consulenza sul progetto a un architetto del Comune. Così mentre l’ufficio pubblico è chiuso o va a rilento “per eccesso di carichi di lavoro” o la spesso sbandierata “mancanza di personale”, i dipendenti pubblici si curano del loro doppio lavoro. Così pare funzioni pure in Atm, dove come al solito tutti fingono di non conoscere quello che è stato beccato. Ma i pm approfondiranno o no i comportamenti dei direttore che addirittura consigliano ai dipendenti di violare il regolamento? Noi temiamo di no, perché il sistema è molto diffuso: si usa il pubblico per pagare le spese fisse e le consulenze per “fare i soldi”. Da Atm poi sono passati decine di milioni di appalti in più nel periodo di Expo 2015, dunque pare difficile immaginare che i suoi manager proprio quando il flusso era più ampio abbiamo cambiato attitudine. Ma sarebbe una bella prova: perché l’azienda non chiede a tutti i suoi manager di pubblicare un documento in cui assicurano di non aver preso in alcuna forma premi o stecche dalle aziende con cui hanno lavorato. E per alcune intendiamo anche niente lavori o orologi ai figli, parenti e amici. Sarebbe un bel segnale e un volano per riguadagnare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
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