Arriva la pioggia. Dopo mesi in tanti l’hanno invocata e ora pare che arrivi. Perché il meteo parla chiaro: i prossimi dieci giorni saranno annacquati. Parecchio. Ora sono tutti giustamente contenti, perché la città ha decisamente bisogno di una lavata e la sua vegetazione di risorse idriche. Da troppo tempo infatti non piove più e si vede. I fiumi sono al minimo e gli statistici quantificano in tre miliardi di metri cubi la carenza idrica di quest’anno. Per una provincia agricola di primaria importanza come quella meneghina, la pioggia ha anche la funzione di garantire una produzione agricola di primo livello. Dunque viva la pioggia. Resta però una domanda: saranno pronti questa volta a Palazzo Marino? Perché se dopo tanto secco arriva tanta acqua i tombini devono essere puliti, le piante potate, insomma dobbiamo essere pronti a non vedere i quartieri come Niguarda di nuovo sotto l’acqua nel consueto rimpallarsi di responsabilità. Il tempo c’era per prepararsi. E il sindaco Sala sembra essersi interessato alla “propria” acqua per metterla nei cartoni. Dunque sul tema, anche se con un taglio particolare, c’è. Speriamo dunque che ci sia a tutto tondo e abbia preparato la città alla secchiata d’acqua che sta arrivando. In fondo è il suo lavoro e gli hanno appena raddoppiato lo stipendio grazie ai buoni uffici di Mario Draghi. Sarebbe inscusabile se ci trovassimo ancora con le vie trasformate in canali, o peggio con le piante che crollano sulle auto perché nessuno le aveva curate a dovere e con i temporali crollano. Milano non è un bosco, dunque la giusta voglia di vegetazione deve andare di pari passo con l’attenzione alla sua manutenzione. Perché in città il verde è parte dell’arredo urbano. Dunque va benissimo chiedere più spazi verdi, se si considera che si parla di esseri viventi che si espandono, si ammalano, crescono senza considerare le necessità delle persone. Dunque ci vogliono giardinieri, agronomi, insomma tutto l’esercito di “collaboratori del verde” per gestirlo. Altrimenti è solo una propaganda politica senza senso. Una ricerca estenuante dell’attenzione degli ambientalisti da città (quelli che vogliono vivere vicino ai fiumi e torrenti, ma senza zanzare per dirne una) e non l’attenzione delle persone normali. La ricerca del consenso è sacrosanta in politica, ma se perseguita con miopia porta più scarpe inzuppate che voti. Dunque: arriva la pioggia, occhio a non bagnarsi.