Museo del Novecento, Soffientini: “Ennesimo esempio di colpevole dilettantismo”. Dopo quella dei giorni scorsi, pubblichiamo un altro intervento di un architetto milanese sul caos creato dall’Amministrazione Sala sul Museo del Novecento. Dapprima viene steso un Bando dove si fa preciso riferimento a un progetto di passerella per il collegamento fra i 2 Arengari. In seguito, a soli 3 giorni dalla consegna degli elaborati, viene pubblicato un tardivo parere della Soprintendenza che nega la soluzione del collegamento aereo a favore di un passaggio sotterraneo. La lettera conteneva altresì, precisi requisiti che dovevano essere presenti nella soluzione progettuale. Conseguentemente veniva concesso un piccolo allungamento dei tempi di consegna per apportare le modifiche suggerite, dilazione che non tutti, con ragione, a progetto terminato, hanno adottato. Oggi, infine, viene pubblicato sul Corriere della Sera, inserto su Milano, un ulteriore parere che nega la fattibilità del collegamento sotterraneo (suggerito precedentemente dalla Soprintendenza) lasciando in pratica come unica soluzione possibile lo studio di un collegamento fra i 2 Arengari a livello terra. Così adesso, e solo adesso, scopriamo che non si può passare in sotterranea perchè non c’è altezza sufficiente. Ciò significa che il rilievo era sbagliato. Il materiale di partenza, infatti, non era per niente attendibile (infatti i pilastri ai vari piani non risultano sovrapponibili). Forse era meglio essere un po’ più succinti nei prolissi documenti che accompagnavano il Bando (quasi illeggibili per lunghezza e verbosità) e verificare un po’ meglio il materiale allegato necessario per il progetto (piantine, fronti e sezioni). Tutto questo rappresenta una farsa che però ha costretto 130 gruppi a lavorare, a spendere tempo e denaro per niente. A mio parere l’unico modo per risolvere la questione è di invalidare l’intero Concorso anche perchè i 10 studi finora scelti per passare alla seconda fase di esso non possono essere considerati migliori degli altri per le soluzioni adottate che appaiono comunque tutte sbagliate.
Per uscire da questa penosa situazione che ha minato ulteriormente la già debole credibilità dell’Amministrazione Comunale, non vedo altra soluzione diversa dall’annullamento del Concorso. In seguito, volendo, si potrà rifare il Bando senza dare, spero, alcun vincolo ai progettisti, in modo da avere la più ampia scelta possibile di soluzioni entro cui scegliere, se possibile, quella da adottare. Il parere definitivo di Soprintendenza o altro va acquisito prima dell’inizio del Concorso che dovrà avere, stavolta, tempi e termini di consegna fissi in modo da non favorire o, al contrario, sfavorire, nessuno. La Giuria poi, dovrà essere formata da professionisti indipendenti non appartenenti al Comune, Soprintendenza o altro Ente e preferibilmente anche con membri stranieri in quanto il Concorso è di livello internazionale, liberi da vincoli con gli estensori del Bando o altri soggetti che possono essere legati in qualche modo all’Amministrazione Comunale. Per quanto riguarda, poi, l’Ordine degli Architetti, che ci rappresenta può e deve partecipare e promuovere solo Concorsi dove sono salvaguardati sia la qualità dei progetti sia i diritti e la dignità dei partecipanti. In caso contrario non deve nominare alcun rappresentante ma altresì diffidare chiunque dei suoi iscritti dal partecipare. L’aver scritto una lettera di protesta per quanto è successo nel caso in questione, è poca cosa. Bisogna essere più radicali e decisi nell’agire perchè, in caso contrario significa comunque convalidare queste decisioni e avallare questo comportamento.
Così com’è, questo Concorso è una truffa, anche se i responsabili continuano ad affermare che è tutto in perfetta regola. Come può l’Assessore Maran asserire che i partecipanti non hanno ricevuto alcun danno da tutto questo?
Vuole prenderci in giro o ci considera degli stupidi.
Con che coraggio i responsabili del procedimento vogliono convincerci della regolarità e liceità dello svolgimento del concorso?
Sono indignato per come viene affrontato questo tema e con quale leggerezza si esprimono e si mutano pareri, si danno indicazioni e suggerimenti e si affrontano le tematiche di un così importante obbiettivo come il Museo di uno dei periodi più interessanti e prolifici della storia dell’arte.
Ecco invece la lettera che l’avvocato ha inviato al primo cittadino:
Egregio signor Sindaco,
oggi si è consumata l’ennesima scorrettezza da parte degli organi
amministrativi del Comune verso i partecipanti al bando di concorso
internazionale per l’ampliamento del Museo del Novecento. A 3 giorni
dalla sua scadenza è arrivato un avviso di ulteriore proroga di 10 giorni per
la consegna degli elaborati. Questo significa che potranno arrivare altri
concorrenti che non sono riusciti ad organizzarsi per terminare in tempo il
lavoro. Sapere organizzare team di professionisti o controllare il calendario
dei lavori è dote imprescindibile per valutare non solo la qualità del
progetto ma anche quella dei progettisti.
Ben più grave, poi, è il fatto che l’annuncio era accompagnato dalla
pubblicazione di un parere della Soprintendenza che in pratica tracciava
dettagliatamente i requisiti del progetto, quello che andava e quello che non
andava fatto. Così coloro che non sarebbero stati in grado di partecipare non
solo hanno un lasso di tempo non trascurabile in più, ma possiedono anche una
traccia precisa da seguire per il loro progetto.
A parte il fatto che non si fa partire un concorso di architettura di tale
importanza senza il parere della Soprintendenza, a questo punto, invece di
pubblicarlo, poteva servire ai membri della Giuria per indirizzare il loro
giudizio sui progetti presentati. Tutto questo fa pensare a spinte esterne
per ottenere ciò che con l’intelligenza e l’organizzazione non si è
capaci di fare. Spero che così non sia, ma è certo che l’Amministrazione
ha fatto l’ennesima pessima figura, questa volta addirittura in ambito
internazionale, gettando anche ombre e sospetti sul suo operato.
Sono certo che molti partecipanti si aspettano un qualche intervento da parte
sua, soprattutto nei riguardi dei responsabili della gestione del Concorso.
Riccardo Soffientini, architetto