Lombardia maionese impazzita. La nostra proposta è un commissariamento a tempo, magari sei mesi come successo per Roma con il Prefetto Tronca e la sua squadra. Partiamo dai fatti: la Lombardia è nel pallone, ma non parliamo solo di Palazzo Lombardia. Nell’era pre Covid i milanesi e i lombardi sopportavano serenamente l’odio e il mostruoso complesso di inferiorità degli altri italiani. Era una regione mentalmente solida e che come sa chiunque ci sia stato, dove il lavoro e la vita erano più normali che nel resto d’Italia. Si stava meglio perché potevi liberarti di paranoie campanilistiche, tradizioni senza senso, Milano stessa era una città che cambiava il volto del suo centro storico senza crisi isteriche. Si poteva cambiare e con il sorriso, mentre nel Centro-Sud devi ridere. Devi. Continuamente. In quest’isola felice ignoravamo l’odio degli altri senza problemi, tanto alla fine venivano qui e scoprivano che si stava meglio. Adesso invece abbiamo il sindaco Sala che risponde ai bulletti delle isole e del Sud, come se fossimo diventati un qualsiasi paesino governato da sbruffoni e mafiosi. Non gliene facciamo una colpa: Salvini ha dato il via sottolineando il sentimento anti lombardo che si percepisce in un governo composto solo da cittadini del Meridione (compreso Mattarella che si è fatto eleggere da un Parlamento che secondo lo stesso Mattarella era eletto illegittimamente). E così adesso i lombardi, già provati da un’epidemia durissima, hanno la spiacevola sensazione di essere assediati. A Salvini senza dubbio fa gioco, perché quando sei in panico da accerchiamento cerchi di stringerti intorno a qualcuno. E Sala che sicuramente non è scemo, lo ha seguito sulla stessa strada. Nel breve periodo saranno solo loro due a giovare di questo clima psicologicamente disastroso. La Lombardia maionese impazzita è un male per tutti, ma al Centro Sud non vedono l’ora di poter “normalizzare” anche l’unica regione dove si poteva respirare e vivere come si preferiva. Sarà la vittoria di quelli che odiavano i secchioni perché rifiutavano di non essere eccellenti. Ma possiamo ancora evitare questo scenario patetico: commissariamo per sei mesi la Lombardia. Poi Fontana potrà tornare governatore. Lo diciamo anche per loro: ad essere provatissima dalla crisi è anche la nostra classe politica. Fontana pare sempre a un passo dallo svenimento, Sala ormai è bollito e gli altri sotto non stanno tanto bene. Prendiamola come una riabilitazione mentale collettiva. Roma sotto Tronca per sei mesi ha sperimentato una novità assoluta: vivere in un mondo normale. Dopo sei mesi hanno smesso subito, quindi possono essere sereni anche i politici lombardi. Prendiamoci tutti un bel respiro e poi torniamo a lavorare. Così i vari odiatori repressi d’Italia torneremo a sentirli solo come un eco lontano. Come prima, più di prima, risponderemo al loro odio con l’amore.
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