Sul corteo violento di Milano l’allarme “al fascista” cancella la notizia. L’allarme sul ritorno del fascismo è ancora uno di quei temi che unisce moltissimi italiani, riflesso tipico di un Paese ormai senza valori e idee. Però la sua riproposizione a ripetizione causa non pochi problemi, come la perdita del contatto con la realtà nel caso del corteo violento di Milano e i suoi partecipanti: infatti sul corteo violento di Milano l’allarme “al fascista” cancella la notizia. Anche se qualcuno l’aveva riportata: “La vera novità di ieri sera sono i più giovani, nordafricani di seconda o terza generazione che comunicavano in arabo, si davano la carica a vicenda in perfetto milanese e cantavano in gruppo slogan francesi tipici delle banlieue – ha scritto l’Ansa – Per molti di loro era la prima manifestazione, non sapevano neppure distinguere i lacrimogeni dallo spray al peperoncino. Eppure è stata la parte più attiva, violenta e pericolosa perché davvero imprevedibile”. Sfortunatamente nei giorni successivi il racconto generale invece ha parlato solo di: fascisti, commercianti a favore o contro le proteste, il poco appassionante dibattito su “c’erano o no i commercianti in strada”, eccetera. Non una parola su quella che l’Ansa stessa reputa giustamente la notizia: la novità è la diversa composizione sociale dei manifestanti perché è il sintomo di come si stia evolvendo la società italiana e milanese. Poco tempo fa un centro studi milanese ha realizzato uno studio su come si stesse modificando la geografia abitativa della provincia milanese e il risultato era semplice: si sta concretizzando un rischio banlieue, nel senso che nelle zone periferiche si stanno concentrando gli immigrati. In parte per questioni di costo, in parte perché non hanno l’esigenza di vivere nel capoluogo. Ma il risultato è lo stesso: si sta rischiando uno schema alla francese, con Parigi circondata da paesini in cui si concentrano immigrati e le fasce più deboli della popolazione. Persone che poi si sono riversate in massa a mettere a ferro e fuoco la capitale francese rendendo noto a livello mondiale il termine banlieue. Oggi Milano rischia lo stesso effetto e come dimostra la manifestazione violenta dell’altro giorno il processo è già in atto. Con le stesse dinamiche. Però tutti preferiscono pensare alla minaccia fascista. E intanto ci si perde il presente.