Moratti si lancia sui Sikh. Qualcuno li aveva scambiati per i domestici della candidata più ricca in corsa per la poltrona di presidente della Regione, ma le novità politiche spesso sorprendono e servono proprio per quello. Perché se c’è qualcosa che non manca alla Moratti, che ha lanciato domenica la sua campagna “per vincere” al Palazzo delle Stelline, è la tradizione: la sua lista infatti si muove su impulso di Manfredi Palmeri, orgogliosamente lombardo e siciliano, che proprio grazie a una campagna contro Moratti venne consacrato definitivamente come politico milanese e lombardo. Da quel momento Palmeri ha sempre vinto, sempre eletto in ogni elezione che fosse comunale o regionale. Le sue abilità di tessitore hanno messo insieme nomi noti presenti al Palazzo delle Stelline Davide Boni (storico leghista bossiano), Roberto Cenci (ex Movimento 5 Stelle), Gianmarco Senna (ex Lega ora Azione) e tanti altri nomi noti che segnano punti per le possibilità di Moratti di giocarsela con dignità. Se poi il mitico Terzo Polo sfonderà lo diranno le elezioni, perché al momento sarà la sesta elezione in cui il “centro” si presenta con grandi speranze e poi prende i voti necessari a eleggere una o due persone quando va bene. L’unica curiosità vera di questa campagna regionale sarà dunque capire quanto i sikh potranno apportare alla comunità politica milanese: perché se Moratti si lancia sui Sikh, bisogna vedere se i Sikh si lanceranno sulla Moratti. Sarebbe il primo presidente sostenuto veramente da una larghissima parte di lombardi ignorata da tutti, cioè quei milioni di cittadini italiani che credono in altri dei o comunque non vengono contati in quanto “stranieri”. Eppure sono una parte attivissima della società (si pensi a quanti evangelici o mussulmani portano i pacchi di Amazon o cucinano le pizze) che ha diritto di voto.