Il sovrintendente della Scala Alexander Pereira prende un altro respiro. Dopo le polemiche per l’ingresso di capitali sauditi nelle casse della Scala, la sua posizione vacilla. Ma per ora può tirare un sospiro di sollievo perché la decisione sulla sua sostituzione è rimandata di almeno un altro mese. “Se non è maggio è giugno. A questo punto per un’operazione di chiarezza bisogna dire cosa vogliomo fare, sia per dare una programmazione futura, sia per rispetto al soprintendente attuale – ha affermato il sindaco Giuseppe Sala – Che lo si confermi, lo si proroghi a tempo o che non lo si confermi per nulla, bisogna senz’altro dirglielo, quindi io sono dell’idea di accelerare la riflessione, a maggio o giugno”. A margine del Cda della Fondazione Teatro alla Scala, Sala ha risposto così ai cronisti che gli chiedevano conferme sui tempi per la scelta della nuova governance del Piermarini”. La questione non è di poco conto se si pensa che c’è in ballo la l’approvazione della
programmazione 2020 del Teatro, proposta dall’attuale soprintendente. Il primo cittadino di Milano però non ci sarà alla prossima riunione del 13 maggio, che potrebbe essere decisiva: il sindaco sarà infatti negli Stati Uniti. Non è il primo viaggio di Sala, che sembra sempre meno affezionato alla città di cui è primo cittadino: basta vedere la quantità di viaggi iscritti nel suo calendario dall’inizio del mandato. Viaggi che non sembrano avere uno scopo visto che da EMA in poi Sala non ha portato a casa nulla per la città che amministra. E ora non presenzierà nemmeno alla riunione della Scala, pur non essendo il Piermarini un teatro di second’ordine.