Che cos’è il servizio pubblico? La domanda rubata all’abate di Seyès serve a riportare all’attualità una domanda ringiovanita dalla cronaca. In due parole: Selvaggia Lucarelli ha trovato un nuovo avversario. Da qualche giorno attacca con tutta la forza della sua corazzata social i tassisti, in particolare milanesi. Non che serva chissà che lavoro d’indagine: le basta riportare le mille segnalazioni di disservizi o servizi inesistenti che le segnalano gli utenti di quello che dovrebbe essere un servizio pubblico. E già, perché se i taxi possono lavorare, usufruendo anche di parcheggi particolari, corsie preferenziali e quant’altro è perché hanno una licenza pubblica. Ma allora che cos’è un servizio pubblico? Perché in teoria i taxi dovrebbero garantire alcune cose: un esempio è il pagamento con il POS. Si dovrebbe poter usare sempre, anche perché per chi viaggia ormai è normale dall’India agli Stati Uniti. Ma in Italia molti ancora preferiscono evitarlo. Tanto da arrivare a litigare con i clienti, come successo a un australiano che si è visto pure rompere i souvenir. Si può pagare con il POS anche su sperdute isolette nel mondo, ma non in Italia a quanto pare. A meno di ogni volta non chiamare la Guardia di Finanza. Ma i tassisti sono potentissimi a quanto pare: le loro licenze non vengono mai messe a bando normalmente come dovrebbe accadere essendo in Europa. Nemmeno Draghi l’onnipotente e perfettissimo italiano ci è riuscito, segno forse che i poteri forti in Italia non esistono più. E così anche quando dovrebbero distribuirsi su tutta la città per garantire il servizio pubblico, i tassisti poi non si trovano. Perché dopo una partita di calcio o per un grande evento possono ricaricare i costi e fare più corse. Dunque se sbarchi all’aeroporto all’orario sbagliato ti attacchi al tram. Che però non c’è come il taxi. Allora Che cos’è il servizio pubblico? Perché così è il sogno di tutti: quando c’è da avere vantaggi sono per il pubblico, quando c’è da offrire un servizio allora siamo per la libera impresa. Il dubbio è se vale la pena che questo servizio valga la pena che rimanga pubblico. Perché siamo stati per tre anni con i pupazzi degli assessori impiccati agli alberi di Milano, segno che i tassisti sono evidentemente quantomeno infiltrati da paramafiosi e non è cambiato niente perché tanto poi i voti servono ecc ecc. Tanto vale togliere questa forza a quelli che si spera scimmiottino solo gli usi delle mafia e non ne siano parte strutturale. Privatizziamo del tutto i taxi. Perché così non è chiaro Che cos’è il servizio pubblico e la confusione su un concetto così importante rischia di causare danni ben peggiori di quelli provocati dai tassisti in rivolta.