29 Novembre 2020

Prorogata al 31 gennaio la sospensione dei mercatini di viale Puglie

Sono state firmate oggi due ordinanze contingibili e urgenti per prorogare fino al 31 gennaio la sospensione dei due mercatini che si tenevano ogni domenica nell’area tra viale Puglie, via Tertulliano e piazzale Cuoco. Le ordinanze seguono quelle emanate lo scorso 17 ottobre, delle quali mantengono gli stessi obiettivi: prevenire e contrastare gravi pericoli per l’igiene e la salute pubblica e i fenomeni di grave incuria e degrado del territorio e di pregiudizio alla vivibilità urbana. Durante le attività di contrasto all’illegalità svolte dalla Polizia Locale in accordo con le Forze dell’Ordine si è più volte accertato che all’interno delle aree in cui si tengono i mercatini alcuni espositori svolgono attività commerciale di vendita professionale e non di libero scambio, senza che il gestore del mercatino adotti un comportamento idoneo a contrastare questo fenomeno di illegalità. Inoltre la via Tertulliano, in occasione dei due mercatini, è interessata per tutta la sua estensione da un’intensa e disordinata presenza di numerosi venditori abusivi, che espongono a terra su lenzuoli a scopo di vendita la loro merce senza alcun rispetto delle norme igienico sanitarie. Una situazione che genera inoltre grave incuria e degrado, poiché alla vista delle Forze dell’Ordine i venditori abbandonano in tutta l’area circostante grossi quantitativi di merce di varia tipologia, per rimuovere e smaltire i quali si deve richiedere l’intervento dell’Amsa. Non ultimo è poi il problema degli assembramenti che si generano costantemente e che costituiscono un concreto pericolo per la salute pubblica. A riprova del fatto che tali assembramenti si verificano solamente nelle domeniche di svolgimento dei due mercatini, durante i sopralluoghi eseguiti dalla Polizia Locale nelle domeniche 8, 15 e 22 novembre 2020 (giornate in cui non si sono svolti i mercatini) non sono stati riscontrati né assembramenti né la presenza massiccia di venditori abusivi.

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Nel 2021 saranno 2.214 le case pubbliche disponibili

Sono 2.214 gli appartamenti che compongono il totale dell’offerta abitativa pubblica a Milano per il 2021. Di questi, 2.014 sono case popolari (Sap, Servizi abitativi pubblici, 982 comunali e 1.032 di proprietà Aler), cui vanno aggiunti altri 200 appartamenti, 150 del Comune e 50 di Aler, destinati ai Sat, i Servizi abitativi transitori con contratti brevi. Questi i numeri indicati dal nuovo Piano annuale dell’offerta dei servizi abitativi pubblici e sociali approvato nell’ultima seduta di Giunta, che dovrà poi venire discusso in Consiglio comunale, come stabilisce la legge regionale in materia (16/2016). “Proseguiamo con il nostro piano di pieno utilizzo e di ottimizzazione delle risorse abitative, mettendo in campo anche per il prossimo anno il maggior numero di alloggi possibile – commenta l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti -. La velocità e la quantità di assegnazioni, invece, dipenderanno dal funzionamento del regolamento della Regione Lombardia, che dobbiamo rispettare. Nel corso di quest’anno, purtroppo, il meccanismo si è inceppato e ci ha bloccato, impedendoci di procedere come avevamo programmato. Ci auguriamo che le modifiche che la Regione sta in questo momento introducendo al regolamento possano produrre un diverso effetto sulla rapidità delle assegnazioni, e di conseguenza sull’efficacia della risposta dovuta a chi attende da tempo una casa”. I numeri delle assegnazioni effettuate quest’anno hanno infatti risentito dell’emergenza sanitaria da Covid 19 (che tra l’altro ha comportato la sospensione per oltre due mesi delle attività di assegnazione perché non compatibili con i protocolli di sicurezza). Ma, soprattutto, per procedere alle assegnazioni sia il Comune sia Aler hanno dovuto attendere che Regione apportasse le necessarie modifiche al regolamento e i conseguenti adattamenti alla piattaforma informatica utile per la presentazione delle domande, in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale del gennaio scorso che ha sancito l’illegittimità del requisito di almeno 5 anni di residenza o di svolgimento dell’attività lavorativa in Lombardia per poter accedere ad una casa popolare. Il Tribunale di Milano, inoltre, con sentenza del luglio scorso, ha accertato il carattere discriminatorio della richiesta, sempre inserita nel regolamento regionale, della documentazione di assenza di proprietà di immobili nel Paese di origine da parte degli stranieri extracomunitari. Anche questo ha comportato il necessario tempo di adattamento alle nuove direttive. In totale, quindi, gli alloggi assegnati da gennaio 2020 alla data del 31 ottobre scorso – Sap e Sat, compresi quelli utilizzati per la mobilità degli inquilini – risultano essere 863, di cui 549 del Comune e 314 di Aler. Da pochi giorni, comunque, è stato pubblicato il nuovo bando utile per 560 case popolari, di cui 310 di proprietà comunale e 250 di Aler, che rimarrà aperto fino al 31 dicembre. Delle 2.014 case popolari disponibili l’anno prossimo, una quota pari al 20% sarà riservata alle famiglie che si trovano in stato di indigenza, ovvero con Isee pari o inferiore ai 3mila euro, e un punteggio premiale verrà assegnato ad una categoria di persone che l’Amministrazione ha individuato come di particolare rilevanza sociale: nuclei familiari in uscita da strutture di protezione sociale e assistenziale (come Comunità genitore/figlio, residenzialità leggera e Comunità educative per minori provenienti da Enti con accreditamento regionale, Rst, inquilini di alloggi convenzionati con il Comune per emergenza abitativa) o da strutture di reclusione. Il Piano annuale appena approvato quantifica anche il numero di alloggi da destinare ai Servizi abitativi transitori, che per la domanda richiedono gli stessi requisiti dei Sap, ma il cui contratto può durare al massimo un anno, rinnovabile una sola volta. Nel corso del 2021 il Comune metterà a disposizione di questo servizio 150 appartamenti, pari al 15,27% della quota disponibile di Sap, Aler 50 alloggi, pari al 4,84%. I destinatari saranno in particolare nuclei familiari sfrattati o il cui appartamento è stato pignorato, con provvedimenti già eseguiti o in via di esecuzione. In caso di assegnazione, dovranno sottoscrivere con gli uffici comunali un Patto di accompagnamento per l’autonomia socio-economica e di partecipazione al primo bando Sap utile.

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Arrestato evaso durante un permesso premio

Venerdì la Polizia di Stato ha denunciato in stato di libertà un cittadino italiano di 42 anni per resistenza a Pubblico Ufficiale e lo ha ricondotto in carcere in quanto gli era stato revocato un permesso premio. Verso le ore 12:00 di ieri, la volante dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura, mentre si trovava in perlustrazione, in via Monte Grappa, ha intimato a due uomini, a bordo di uno scooter, di fermarsi per un controllo. L’uomo alla guida del motoveicolo, accortosi della presenza dei poliziotti, ha accelerato la marcia al fine di eludere l’attività di Polizia, percorrendo le vie della zona ad alta velocità, tra cui piazza XXV aprile, via Crispi per poi proseguire in via Volta e via Ceresio, mantenendo una condotta di guida particolarmente pericolosa per l’incolumità degli altri utenti della strada. L’inseguimento si è protratto in via Farini, piazza Fidia e via Porro Lambertenghi, sempre a velocità sostenuta, fino a piazzale Lagosta e via Volturno dove il passeggero dello scooter ha perso l’equilibrio cadendo a terra, mentre il conducente ha continuato la fuga facendo perdere proprie tracce. I poliziotti hanno subito cercato di bloccare il passeggero, che dopo essersi alzato da terra ha tentato anch’egli la fuga. L’uomo, infatti, si è sbracciato tentando di aggredire gli agenti, ma poco dopo è stato bloccato e assicurato all’interno della volante. Dai successivi accertamenti è emerso che l’uomo fermato si trovava in regime di detenzione, per una condanna per omicidio, rapina e porto d’armi, presso la casa circondariale di Bollate e da alcuni giorni usufruiva di un permesso premio che era stata revocato ieri, venerdì 27 novembre. Il 42enne, dopo essere stato indagato in stato di libertà per il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale, è stato condotto presso il carcere di Bollate per ristabilire la misura detentiva.

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