Truffa rinnovabili: Maire Tecnimont nel mirino della Guardia di Finanza. Perché, stando a quanto dichiarato dai militari, il prossimo passo delle indagini è verificare il ruolo dell’azienda nell’inchiesta su 143 milioni di euro di fondi pubblici per produrre energie rinnovabili incassati truccando le carte. Le 11 persone finite agli arresti, tra cui un ex di Saipem a cui è stato sequestrato un appartamento da 6 milioni di euro nel Bosco Verticale, avrebbero rubato letteralmente questo malloppo con un giro di documenti falsi: hanno dichiarato che nel loro stabilimento a Olevano (Lomellina) avrebbero bruciato solo legna a chilometro zero e certificata come ecocompatibile per fare biomasse. Con tale dichiarazione si erano assicurati ricche entrate: per ogni milioni di euro di energia prodotta, ne ricevevano tre dai contributi statali. Il guadagno era doppio però perché dal giro di fatture false con cui si rifornivano di legname a basso costo gli undici arrestati potevano incrementare ulteriormente i propri profitti: comprando legname di qualsiasi tipo risparmiavano fino al 50 per cento dei costi. Ma gli undici di cui Tali sarebbe il perno, forse diventeranno dodici: i militari hanno infatti chiarito che proprio Tali ha avuto rapporti con un personaggio di vertice della Maire Tecnimont. Indagheranno dunque se il colosso da 40 miliardi di euro possa “essere attratta” nell’inchiesta. Non è stato chiarito chi sia il contatto di Tali ma per ora resta solo una certezza sulla Truffa rinnovabili: Maire Tecnimont nel mirino della Guardia di Finanza. Se l’azienda deciderà di difendere o allontanare il contatto di Tali si capirà anche come ha intenzione di affrontare la questione perché al momento non risultano commenti ufficiali da parte della società per azioni. Per Milano però è un colpo al cuore perché sia l’azienda che il Bosco verticale hanno sede in uno degli epicentri della rinascita meneghina degli ultimi anni.