Autostrade, Atlantia “minaccia” il governo: pronti 7mila licenziamenti. La notizia battuta in serata dalla agenzie riporta la risposta della famiglia Benetton alla linea dura del governo sulla questione autostrade. Una nota allarmata che parla di 7mila posti di lavoro a rischio se da Roma si procedesse con la revoca. “Una eventuale revoca” della concessione di Aspi “provocherebbe un default sistemico gravissimo, esteso a tutto il mercato europeo, per oltre 16,5 miliardi di euro, oltre al blocco degli investimenti. Verrebbero così messi a serio rischio 7.000 posti di lavoro”. Lo evidenziano fonti di Atlantia in merito al dossier su Aspi, sottolineando che “bisogna assolutamente evitare questo scenario nefasto, vista la totale accettazione di tutte le clausole volute dall’esecutivo”. Quindi su Autostrade, Atlantia “minaccia” il governo: pronti 7mila licenziamenti. Un messaggio chiaro per quanto scritto in aziendalese: o ci venite incontro o licenziamo in massa. Il riferimento al mercato europeo non sembra casuale in tempi di recovery fund: sembra infatti un passo avanti per dire “se non volete darci i soldi voi, dateci una fetta dei 209 miliardi che l’Europa ha promesso”. Insomma a quanto pare la famiglia Benetton, il cui patrimonio è stimato in diversi miliardi di euro, vuole ancora la grana pubblica: avendo un impero che guadagna al netto dei costi 300 milioni di euro all’anno, potrebbero per una volta pensare a fare impresa con i soldi loro e non con quelli dello Stato. D’altronde è difficile per i capitalisti italiani (chiamiamoli così) uscire da questo atteggiamento mentale: gli Agnelli, altra famiglia onorata come divina, ha appena sfilato 5 miliardi di euro alle casse pubbliche. Altrimenti non pagavano gli stipendi dicevano. In effetti gli azionisti di Fca sono noti per non essere liquidi…