Mozione leghista sulla crisi della Nagorno-Karabakh. Una mozione urgente è stata presentata oggi in Consiglio Comunale di Milano dai consiglieri della Lega Gabriele Abbiati e Max Bastoni, che condanna duramente l’aggressione da parte dell’esercito azero della regione separatista di Nagorno-Karabakh. “Sollecitiamo una presa di posizione chiara nei confronti dell’Azerbaigian e dei suoi padrini di Ankara”, hanno spiegato Abbiati e Bastoni. “L’azione criminale rischia di passare inosservata insieme all’imperialismo turco che mira ad annientare la giovane Repubblica dell’Artsakh, storicamente legata all’Armenia e quasi totalmente abitata da armeni. L’invio di volontari jihadisti, fatti confluire dalla Siria via Turchia e finanziati da Erdogan, rischia di far esplodere un conflitto tanto preannunciato quanto drammatico nei suoi effetti destabilizzanti l’intera area.” I consiglieri del Carroccio hanno ricordato come il regime neoislamista di Erdogan sia responsabile di comportamento aggressivo della Turchia anche contro la Grecia e Cipro che va dalle pretese su molte isole dell’Egeo fino alla strumentalizzazione delle masse dei profughi sulla frontiera dell’Evros da parte di Erdogan per destabilizzare la Grecia e l’Europa. Infine hanno sollecitato il Consiglio Comunale affinché si faccia portavoce presso le scuole milanesi perché il genocidio armeno sia finalmente trattato alla pari di tanti altri crimini perpetrati dai totalitarismi. “Molti milanesi di origine armene hanno conservato nelle loro famiglie le ferite di questi orrore. La nostra città è stata una delle prime a ospitare i profughi tra il 1906 e il 1919 fino a divenire culla della comunità armena più numerosa, grazie alle opportunità che la nostra città è sempre stata capace di offrire con la sua intensa vita culturale ed economica.” Un tema ripreso anche da Paolo Guido Bassi, presidente leghista del Municipio 4: “Oggi ho sfogliato i principali quotidiani alla ricerca di aggiornamenti sui venti di #guerra che stanno spirando sulla Repubblica del Nagorno-Karabakh. Ho trovato poco o nulla, quasi non fosse una #notizia. Eppure dal punto di vista geo-politico, non si tratta esattamente di una quisquilia. Non solo per il fatto che un conflitto aperto fra #Armenia e #Azerbaijan potrebbe destabilizzare ulteriormente il già fragile #Caucaso, ma soprattutto per le implicazioni di altri altri Stati a partire dalla #Turchia e dal progetto ‘neo-ottomano’ di #Erdogan. Per non parlare degli interessi economici in ballo. Poi ci si chiede perché la gente non compra più i giornali…”.