“Cosa posso fare per i tuoi bambini?“. Con questa semplice domanda nacque 20 anni fa la prima Terapia Intensiva della Lombardia a misura di bambino. A chiedere fu Agostino Cornaggia Medici, un benefattore dell’Associazione Bambino Nefropatico (ABN Onlus), che si impegnò con grande generosità a supportare in quel 1998 il progetto di Fabio Sereni, all’epoca direttore della Clinica De Marchi del Policlinico di Milano. Da allora la TIP, ovvero la Terapia Intensiva Pediatrica, ne ha fatta di strada: oggi è punto di riferimento regionale e nazionale per l’assistenza specialistica dei casi piu’ delicati.
Una presenza fondamentale, dato che ancora oggi a livello regionale un bimbo su quattro viene ricoverato in una Terapia Intensiva per adulti (a livello nazionale il dato è ancora più alto), dove non sono presenti le competenze pediatriche necessarie. E questo influenza la prognosi del piccolo paziente, anche in termini di mortalita’: quella di un ricovero in Terapia Intensiva Pediatrica è nettamente inferiore, il che si traduce in piu’ vite salvate.
“La gestione del bambino in condizioni critiche richiede una formazione e un’esperienza specifiche – spiega Edoardo Calderini, direttore dell’Anestesia e Terapia Intensiva Donna-Bambino del Policlinico – se queste competenze non sono disponibili, la prognosi dei pazienti è significativamente compromessa. Anche la presenza di medici intensivisti pediatrici ha dimostrato avere un impatto favorevole sulla prognosi. Gestire un paziente con meno di 3 anni è molto più difficile per un rianimatore non pediatrico: anche per questo è sempre più indispensabile concentrare questo tipo di ricoveri nei centri specializzati“.
Al Policlinico un terzo dei bimbi ricoverati in TIP proviene da altre strutture. “I nostri sforzi per un’assistenza pediatrica all’avanguardia non si fermano – commenta Simona Giroldi, direttore generale del Policlinico di Milano – forti di questi primi 20 anni, abbiamo già in atto tre progetti che potenzieranno ulteriormente le cure ai bambini che ne hanno bisogno. Parliamo della ECMO pediatrica, ovvero della macchina ‘cuore-polmoni’ indispensabile per il supporto vitale dei casi più critici, con uno specifico progetto di formazione per implementarla; dell’individuazione del nostro Ospedale come centro di riferimento per il Politrauma pediatrico, che diventerebbe il secondo a livello regionale dopo quello di Bergamo; e infine della realizzazione di un Trasporto Pediatrico Esperto in collaborazione con Areu e Regione Lombardia, per ottimizzare il trasporto dei bambini più critici nei centri di alta specialità che dispongono di una Terapia Intensiva Pediatrica, mettendo i nostri specialisti a disposizione in tutte le fasi di questo trasporto“.