Salvini: “Se ci sono minacce alla mia famiglia non transigo”. La dichiarazione arriva in un giorno in cui l’ex ministro dell’Interno si trova in tribunale nella veste di parte offesa: “Se ci sono minacce fisiche a me o alla mia famiglia non transigo, se uno poi chiede scusa o dà qualcosa in beneficenza va bene, ma se non ci sono le scuse vado avanti”. Lo ha spiegato il leader della Lega Matteo Salvini, testimoniando in aula a Milano nel processo a carico di un giovane antagonista, Valerio Ferrandi, accusato di avere diffamato e minacciato su Facebook il 25 aprile 2016 l’ex ministro dell’Interno. Ferrandi, usando un profilo ‘fake’, aveva risposto così in un commento a un post di Salvini: “Salvini, in nome della bellezza e dell’intelligenza. Fai un gesto nobile. Sparati in bocca. Ps: prima o poi verrai appeso a un lampione, ne sei consapevole?”. Dichiarazioni che avevano causato al “figlio d’arte” un procedimento che pare stia andando avanti e che offre a Matteo Salvini l’occasione di essere per una volta di fronte ai giudici come testimone e parte offesa invece che come imputato.