Dal 2017 in poi aveva iniziato a perseguitare la moglie di 40 anni con episodi ripetuti di aggressioni fisiche e verbali così che i figli perdessero progressivamente fiducia e rispetto nei confronti della loro madre. E così oggi, per prevenire possibili episodi di violenza, nei confronti dell’uomo, un italiano 39enne nato a Salerno, è stato emesso dal Tribunale di Milano, su proposta del questore Marcello Cardona, un decreto di sorveglianza speciale da parte della Polizia di Stato: una serie di stringenti imposizioni come mantenere la distanza minima di 1000 m dalla moglie e il divieto di comunicare con lei, ma anche l’obbligo di seguire un trattamento sociorieducativo.
La loro relazione sentimentale era iniziata nel 2014, quando i due si erano conosciuti a Monza, comune d’origine di lei, e là avevano vissuto insieme per qualche tempo. In seguito si erano trasferiti a Roma, dove lui aveva trovato lavoro come guardia giurata, era nata la loro prima figlia, ma erano anche cominciati i primi problemi. Litigi per futili motivi con reazioni spesso esagerate: l’uomo, in particolare, voleva che la moglie lasciasse il proprio lavoro di impiegata presso un’importante azienda assicurativa per occuparsi della pulizia della casa e, ai rifiuti di lei, seguivano aggressioni fisiche e minacce con armi da taglio e anche un kubotan ( un punteruolo ergonomico pensato per infliggere colpi dolorosi in zone sensibili del corpo come fasci di nervi e ossa sporgenti).
Alla nascita del secondo figlio, nel 2017, i due si erano trasferiti nuovamente a Monza dove l’uomo aveva aggiunto alle violenze anche l’abitudine di denigrare e svilire davanti ai bambini la figura della madre con un insieme di atteggiamenti che vengono definiti di “alienazione genitoriale”. Tanto che spesso la figlia più grande con la nonna materna giustificava così le aggressioni: “Lui la picchia perché mamma è cattiva”. A quel punto la donna non ha più resistito e nel maggio 2017 si è allontanata portando co sé i bambini. Quando l’uomo, durante un incontro presso i giardini pubblici di Monza, l’ha minacciata mostrandole un coltello che aveva in tasca, è partita anche la prima denuncia con gli agenti di Polizia che gli hanno trovato addosso numerosi coltelli di diverse dimensioni.
A quella denuncia hanno fatto seguito aggressioni e atteggiamenti intimidatori pressoché quotidiani nei confronti della moglie, oltre a ripetute violazioni delle misure cautelari applicate, come il divieto di dimora nella provincia di Monza e Brianza o gli arresti domiciliari. Il culmine si è raggiunto con il ritiro cautelare dell’arma detenuta dall’uomo per l’esercizio dell’attività di guardia privata e poi nel settembre del 2018 quando, scortato presso il commissariato di Monza, lo stesso aveva dato in escandescenza arrivando a lanciare una sedia contro gli agenti della Polizia.
“Da oggi però l’uomo dovrà sottostare alle procedure che dal novembre 2017 sono state estese anche ai soggetti considerati pericolosi come gli stalker“, spiega Alessandra Simone, dirigente della Polizia di Stato. “Il soggetto, attualmente in custodia cautelare in carcere, sarà sottoposto a misure di sorveglianza speciali che prevedono anche un percorso sociorieducativo. Così come avvenuto per gli altri casi cui la Procura ha deciso di applicare questo decreto“.