Sulle caldaie e l’inquinamento si è convinto anche Sala. Quando bisogna dare a Cesare ciò che è di Cesare noi dell’Osservatore siamo in prima linea: Giuseppe Sala come sindaco ha moltissimi difetti, ma a volte sa essere ragionevole. Il caso delle caldaie è uno di questi: nei giorni scorsi ha finalmente abbandonato il semplice marketing politico per una proposta a breve termine e concreta: cambiamo le vecchie caldaie e a partire proprio dalle più inquinanti che spesso sono in edifici pubblici:
Nei propositi del Sindaco, la sostituzione delle caldaie a gasolio sarà quindi obbligatoria e da effettuarsi entro il 2023, “Abbiamo una zoccolo duro di 1.500 condomini che non la cambiano. È necessario intervenire con una regolamentazione“, partendo con il dare il buon esempio sostituendo quelle in carico alla pubblica amministrazione, “Non sono moltissimi, alcune decine, nelle case popolari e nelle scuole. Ho fatto fare una verifica e possiamo sostituire quelle caldaie entro il 2023“.
Una posizione ragionevole, che parte dall’assunto essenziale per ogni operazione della pubblica Amministrazione: i dati reali. E i dati reali dicono che a inquinare l’aria sono soprattutto i riscaldamenti. Così come in estate il consumo eccessivo di elettricità è dato dai sistemi di raffreddamento. E quindi per abbattere l’inquinamento non serve tanto fermare le auto, ma prima le caldaie. La libertà di circolazione è importante tanto quante altre, soprattutto in una città dove c’è addirittura un centro in cui possono accedere solo le persone che pagano il pedaggio. Eppure quelle strade e quei parchi sono pagati anche con le tasse altrui, ma questa è un’altra storia. Oggi dobbiamo riconoscere che sulle caldaie e l’inquinamento si è convinto anche Sala. Non è poco, soprattutto in Italia e quando si ricoprono incarichi in vista come il sindaco di Milano. Certamente speriamo che sia solo un primo passo, ma intanto giù il cappello.
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