Occhio all’onda arancione. E’ già successo che si sottovalutassero movimenti simili, e no: non stiamo parlando dei arancioni al caviale di Pisapia. Quello si sapeva che avrebbe vinto perché avevano alle spalle i poteri forti come Giulia Maria Crespi, quindi era impossibile batterli perché controllavano la partita. Stiamo parlando del Movimento 5 Stelle. All’inizio era un gruppo intorno a un comico, un buffone con una condanna per omicidio alle spalle dicevano molti. Ora quelli che erano scappati di casa controllano il Parlamento perché hanno avuto uno straordinario successo elettorale. Al sistema non interessa: ancora oggi chiamano Luigi Di Maio bibitaro. Con un disprezzo che chiarisce quanto tutti i discorsi sulla parità, gli ascensori sociali e quant’altro siano chiacchiere. Se davvero la politica fosse gestita da chi ha a cuore un paese in cui tutti possono diventare almeno vice primo ministro, certi insulti non esisterebbero. Invece ci sono, perché come tutte le persone piccole, l’italiano medio ha bisogno di sfogare il suo comprensibile complesso di piccolezza dichiarandosi superiore a qualcun altro. Ecco dunque che con l’onda arancione si sta ripetendo lo stesso errore: tutti abbiamo visto negli anni i video o gli scritti del generale Pappalardo, ma li abbiamo presi per lo più come i deliri di un pensionato di lusso (l’ufficiale è in pensione come generale dei carabinieri). Ieri invece in diverse città tra cui Milano migliaia di persone hanno aderito alla sua manifestazione: un programma all’apparenza reazionario, una delle idee di base è tornare alla lira che sarebbe una catastrofe economica. Però occhio all’onda arancione: i grillini avevano un blog da 10 milioni di contatti al giorno. Pappalardo manco quello. E forse il sistema deve capire che non serve insultarli in ogni modo o mettergli le manette come propone Giuseppe Sala, non è così che li fermerete. Tutti i giornali, tranne il Fattoquotidiano, hanno da sempre dichiarato guerra al Movimento Cinque Stelle, pubblicando spesso notizie false (persino il Corriere). Hanno convinto con qualsiasi mezzo parlamentari 5 Stelle a lasciare il movimento. Ma loro hanno comunque vinto le elezioni. Allora proviamo a imparare dai nostri errori e occhio all’onda arancione: forse tra qualche mese o anno ce li troviamo come maggioranza di governo.