L’incendio della Torre del Moro è la nostra Greenfell. Ma il caso ha reso infinitamente meno drammatico il conteggio delle vittime. Perché nella torre bruciata in Inghilterra sono morte 74 persone tra cui due italiani. Mentre nella Torre dei Moro solo un numero imprecisato di animali da compagnia. Una perdita grave, ma sicuramente meno della vita di decine di esseri umani. Ma l’incendio della Torre dei Moro è la nostra Greenfell perché ci ricorda quanto si debba prestare attenzione ai materiali: dopo l’incidente britannico le regole sui cappotti e affini da addossare agli edifici sono state messe in discussione. Perché non avevano gli stessi parametri di sicurezza del resto dell’edificio fino a quel momento. Ecco dunque che dalla tragedia si sono migliorate le cose. Allora per una volta potremmo imparare da una tragedia sfiorata prima di averne una vissuta: rivediamo prima di tutto come doveroso il progetto e l’esecuzione della Torre dei Moro, ma poi dedichiamoci anche al problema. Il Problema vero è essere sicuri che anche in periferia di veder costruire edifici sicuri. A prova di incendio quanto meno. Perché quella torre di via Antonini è bruciata come un fiammifero dalla punta in giù. Ma rapidamente, troppo rapidamente. Non è detto che ci sia qualche “magagna” sul progetto e l’esecuzione della Torre dei Moro. Ma può diventare il giro di boa di un intero settore edilizio: i cappotti sono infatti essenziali per il superbonus110%, dunque è meglio controllare ora che tutto funzioni. Affinché l’incendio della Torre del Moro sia la nostra Greenfell. Per una volta, senza morti.