L’incremento dell’indice di edificabilità massimo fino al 20% previsto dalla Legge Regionale 18/2019 in maniera generalizzata e diffusa su tutto il territorio comunale non ha finalità di rigenerazione e si pone in contrasto con la strategia con cui il Piano di Governo del Territorio lega l’aumento della capacità edificatoria all’accessibilità alla rete di trasporto pubblico e con i valori paesaggistici.
La riduzione degli oneri di urbanizzazione e del contributo sul costo di costruzione dovuti previsti dalla stessa Legge Regionale, inoltre, genera criticità rispetto alla possibilità di garantire la realizzazione di servizi primari come scuole, parchi, strade e impianti sportivi nell’ambito degli interventi di rigenerazione urbana sul territorio.
Parte da queste due considerazioni la delibera, approvata oggi dalla Giunta e nei prossimi giorni in discussione in Consiglio Comunale che individua le aree comunali che possono essere escluse dall’incremento dell’indice di edificabilità massimo e modula la riduzione degli oneri di urbanizzazione e del contributo di costruzione, riducendo quindi l’applicabilità delle misure previste dalla Legge Regionale stessa.
“Con questa delibera cerchiamo di arginare i danni clamorosi di una legge che va nella direzione opposta alla rigenerazione, consentendo un incremento indiscriminato delle volumetrie in deroga al PGT e alle norme morfologiche e riducendo gli oneri di urbanizzazione da versare – dichiara l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran -. Se queste sono misure che magari possono aiutare altri comuni lombardi, di sicuro non aiuterebbero Milano. Basti pensare che in otto mesi per effetto di questa legge abbiamo avuto 30 milioni di introiti in meno da destinare alla realizzazione di opere pubbliche fondamentali per la città”.
Per quanto riguarda il primo punto, il Comune di Milano stabilisce quindi che l’incremento volumetrico fino al 20% non dovrà applicarsi sull’intero territorio comunale, ma soltanto in cinque ambiti caratterizzati da elevata accessibilità e una diffusa necessità di rigenerazione del tessuto urbano: Certosa, Lambrate, Corvetto/Rogoredo, Piazza Maggi e Segesta/San Siro, escludendo le possibilità derogatorie previste in tema di altezze, norme quantitative, morfologiche, tipologie di intervento e distanze previste in quanto già coerentemente disciplinate dai dispositivi del PGT.
Certosa: ambito compreso tra via Triboniano, la linea ferroviaria Certosa-Villapizzone, via Varesina, via Ermenegildo Cantoni, via Angelo Brunetti, piazzale Cacciatori delle Alpi, via Espinasse, piazzale Santorre di Santarosa, via Vittorio Locchi, via Giovanni da Udine, viale Certosa, piazzale ai Laghi, via Barnaba Oriani, via Mario Pannunzio, pertinenze a sud e a est di piazzale Cacciatori delle Alpi, via Alassio. L’ambito è caratterizzato da un tessuto urbano frammentato, in cui attività artigianali e produttive prevalgono rispetto alle funzioni residenziali e terziarie. La presenza del cavalcavia del Ghisallo rappresenta un elemento di marginalità ma la stazione ferroviaria di Certosa FS garantisce una buona accessibilità alla zona. Il PGT vigente riconosce la necessità di una rigenerazione dell’ambito Certosa in quanto ambito urbano poco consolidato, posto al margine della città, entro cui ricomporre spazi di frattura con gli ambiti più centrali.
Lambrate: ambito compreso tra via Pordenone, via Ludovico d’Aragona, via Ronchi, via Staro (ad esclusione del complesso residenziale individuato come Ambito dal Disegno Urbano Riconoscibile lungo via Bellincione), via Maniago, via Durazzo, via Crescenzago, via Rombon, via Predil, via Rodano, rilevato ferroviario. L’ambito vede la commistione di attività artigianali e produttive ancora persistenti in un tessuto anche residenziale e terziario. L’area è caratterizzata da elevata accessibilità grazie alla stazione di Lambrate e dalla linea 2 della metropolitana.
Corvetto/Rogoredo: ambito compreso tra via Sulmona, via Toffetti, via Pallia, via Cassinis, via Brizi, via Boncompagni, via Avenzana, via Caviglia. L’area è caratterizzata da un tessuto urbano particolarmente frammentato, in cui attività artigianali e produttive prevalgono rispetto alle funzioni residenziali e terziarie. La presenza del raccordo autostradale conferisce un carattere di marginalità all’ambito che gode però di una buona accessibilità legata alla presenza della stazione di Rogoredo e della linea 3 della metropolitana. L’area si localizza tra i due ambiti di rigenerazione relativi alla Piazza Corvetto e al Nodo di Interscambio di Rogoredo per i quali il PGT sviluppa una serie di dispositivi in grado di riqualificare lo spazio urbano, migliorare l’integrazione tra spazio pubblico e privato, costruire nuove relazioni tra parti di città.
Piazza Maggi: ambito compreso tra piazza Gian Antonio Maggi, cavalcavia Giovanni Schiavoni, Alzaia naviglio Pavese, via Don Rodrigo, via Renzo e Lucia. Nonostante la presenza di importanti elementi di barriera che determinano un isolamento fisico del quartiere, è garantita l’accessibilità dalla vicinanza della stazione Famagosta della linea 2 della metropolitana. L’adiacenza all’ambito di rigenerazione relativo al Nodo di Interscambio Famagosta, può divenire elemento trainante per interventi di rinnovamento del patrimonio edilizio esistente, in chiave maggiormente sostenibile ed efficiente dal punto di vista ambientale.
Segesta/San Siro: ambito compreso tra piazzale Segesta, via Albertinelli, via Dolci, via Ricciarelli, via Civitali, via Paravia. Si tratta di uno dei più estesi quartieri di edilizia popolare della città, in cui il mantenimento del disegno tipico degli insediamenti di edilizia residenziale pubblica degli anni ’30 può affiancarsi ad un miglioramento dell’efficienza e della sostenibilità, oltre che della vivibilità degli spazi pubblici. L’accessibilità garantita dalla stazione Segesta della linea 5 della metropolitana può divenire elemento di rilancio del patrimonio di edilizia popolare esistente, attraverso interventi di rinnovamento che possono comportare anche operazioni di sostituzione di quei complessi dove un eventuale intervento manutentivo e di rinnovo sarebbe sconveniente in termini di costi-benefici.
Per quanto riguarda la riduzione degli oneri e dei contributi di costruzione previsti dalla Legge Regionale, il Comune stabilisce che può essere applicata solo in presenza di tre condizioni certificate, e comunque fino al massimo del 15%: rispetto del principio di invarianza idraulica e idrologica; bonifica degli edifici e dei suoli contaminati nel caso in cui venga effettuata dal soggetto non responsabile della contaminazione; utilizzo, anche relativamente alle eventuali operazioni di bonifica, di protocolli e tecnologie innovative per il tracciamento dei rifiuti e dei sottoprodotti di cantiere, nonché assunzione di sistemi interni di valutazione dei subappaltatori e meccanismi di sicurezza sul lavoro.