Odio sul web, Salvini e Sardone in cima alla lista di Amnesty. Prima delle elezioni europee del 26 maggio scorso, centinaia di attivisti di Amnesty hanno studiato i post su Facebook dei candidati e dei loro sostenitori. Il risultato è che sul podio ci sono i milanesi Salvini e Sardone, per l’argomento migranti, mentre sul tema religione Sardone è superata solo da un’altra milanese, Daniela Santanché. Un record negativo che Briatore forse titolerebbe “milanesi al top”, soprattutto la sua imitazione di Crozza. Ma la ricerca, anticipata dall’Espresso, è stata condotta con una certa serietà e ha messo in luce la multifobia degli italiani, come spiegano anche sul settimanale del gruppo De Benedetti: “Nel mese che ha preceduto le elezioni europee del 26 maggio scorso, 180 attivisti di Amnesty International Italia hanno passato al setaccio oltre 100 mila tra post e messaggi prodotti dai politici candidati al Parlamento Europeo e utenti che li hanno commentati, valutandoli secondo una scala che andava dai messaggi con accezione positiva a quelli problematici, fino al vero e proprio hate speech, il discorso d’odio sanzionabile anche penalmente. I risultati di questo studio non lasciano spazio ai dubbi: a Strasburgo il 2 luglio si sono insediati onorevoli che hanno fomentato l’odio attraverso i social e aizzato i loro follower con messaggi offensivi e ai limiti del dibattito civile (e in qualche caso molto oltre). «I risultati del nostro studio mostrano come lavora la fabbrica della paura», spiega Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: «Trasforma fenomeni in problemi e problemi in nemici; semina ansia; infine, offre sicurezza e ottiene consenso politico. Come negli anni Venti dello scorso secolo ma con la differenza dei social media, che amplificano tutto. Oggi, la realtà è che chi diffonde il discorso d’odio in un corpo sociale in preda a paura e rancori, vince. Di più, quello che spaventa è che dai risultati emerge un pezzo di paese “multifobico”, che è contro le donne, contro i rom e contro le persone Lgbti».