Carcere, M5S: “A San Vittore poche soluzioni positive”. Il Movimento in questi giorni ha sollevato la questione delle condizioni dei detenuti italiani, in particolare quelli del carcere meneghino di San Vittore dove si è recata per una visita la senatrice lombarda del M5S Alessandra Riccardi. Un sopralluogo spinto da un progetto più ampio che lo Stato sta portando avanti a livello nazionale, come spiega la stessa senatrice: “In Commissione Giustizia al Senato abbiamo da poco avviato un affare assegnato sulla situazione carceri: vogliamo fare un lavoro approfondito perché siamo convinti che sia indispensabile coniugare il principio della certezza della pena con quello della finalità rieducativa e con il rispetto della dignità umana. Oggi ho visitato il reparto La Nave del carcere di San Vittore a Milano. La Nave è un particolare reparto nato nel 2002 per attuare un progetto di recupero dei soggetti che hanno problemi di dipendenza da sostanze stupefacenti e/o alcool, oltre che da comportamenti quali il gioco d’azzardo. Dentro il reparto opera l’associazione L’Oblò: uno degli argomenti trattati dalla loro redazione è la normativa che regolamenta il regime delle telefonate. Salvo casi particolari ai detenuti è concesso un colloquio telefonico una volta a settimana per una durata di dieci minuti. Questo non permette loro di mantenere rapporti stabili con le proprie famiglie, aggravando il senso di isolamento. Dobbiamo studiare una soluzione positiva, i programmi di laboratorio o di recupero sono ancora troppo pochi rispetto alla popolazione carceraria e questo può influire sui livelli di recidiva”. Lavorare dunque, lavorare per evitare che le condizioni di ristrettezza siano un viatico per tornare a delinquere più di prima. Un tema che sottolinea uno dei non pochi aspetti su cui la Milano sfavillante di questo periodo potrebbe migliore ancora. E secondo il rapporto della senatrice Cinque Stelle, nemmeno di poco.